Una certezza intorno alla quale, da mesi, si continua a girare a vuoto. Secondo un’oscura logica che in Italia rende complicatissima la cosa più ovvia e vantaggiosa per tutti, in piena crisi energetica – ed economica – è stato infatti assodato che, mantenendo l’ora legale per tutto il 203, potremmo risparmiare qualcosa come 2,7 miliardi di euro.
Non lo diciamo noi ma, anche stamane, è tornato a rimarcarlo il più affidabile Centro Studi di Conflavoro Pmi, che indica questa soluzione per aiutare famiglie ed imprese, in parte, ad ammortizzare l’insostenibile caro bollette. Ed il presidente di Conflavoro Pmi, Roberto Capobianco, per meglio far comprendere di costa stiamo parlando si affida un eloquente esempio: “Nella Capitale, quando l’ora solare è in vigore, il 21 dicembre (notoriamente conosciuto come il giorno più corto dell’anno) il sole tramonta alle 16.42” ebbene, spiega Capobianco, “Con quella legale diventerebbero le 17.42. È vero che l’alba dello stesso giorno verrebbe spostata alle 8.34, anziché alle 7.34, ma il risparmio di consumi e luce elettrica sarebbe comunque maggiore visto che alle cinque di pomeriggio la gran parte delle attività lavorative è ancora in pieno svolgimento“.
Entrando nello specifico, prosegue l’esperto citando un calcolo spannometrico, se nell’arco di tempo nel quale vige l’ora solare applicassimo l’ora legale (dunque dal 30 ottobre al 26 marzo, per un totale 147 giorni), “si acquisterebbe un’ora di luce naturale al giorno in più, per un totale di 147 ore. Considerati gli attuali prezzi, determinerebbe nel nostro Paese risparmi sui consumi di energia ipotizzabili in 2,7 miliardi di euro per il 2023. Si tratta di una stima basata sull’ultimo fabbisogno energetico certo (dati del gestore al 2021) pari a 318,1 miliardi di KWh rinnovabili comprese (i primi 8 mesi del 2022 hanno già registrato una media di fabbisogno mensile di 25,9 miliardi di KWh) calcolati sul prezzo oggi nel mercato tutelato da Arera, ossia 0,51 euro/KWh calcolato al momento per il mese di ottobre 2022“.
Inoltre, prosegue il presidente del Centro Studi, “Guardando alle ultime previsioni diffuse da Terna, lo scorso marzo, nel periodo di ora legale tra marzo e ottobre 2021 quindi prima del caro energia – è stato stimato un risparmio di oltre 190 milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 420 milioni di kilowattora, con un ulteriore beneficio ambientale di riduzione di circa 200 mila tonnellate di CO2“.
Dunque, avverte Capobianco, “Mantenere l’ora legale potrebbe quindi certamente contribuire a scongiurare tutte quelle misure pratiche di emergenza, come la riduzione degli orari di lavoro, lo spegnimento anticipato e l’accensione posticipata dell’illuminazione e, nei casi peggiori, gli eventuali distacchi che le imprese potrebbero trovarsi costrette ad attuare per tamponare le criticità della situazione. Per questo facciamo appello al governo perché valuti con molta rapidità i benefici di questa proposta”.
Max