Per le esperienze ed i documenti di cui si compone la cultura cristiana, ci troviamo di fronte al carcere più antico di Roma, se non del mondo intero. Parliamo del Carcer Tullianum, meglio conosciuto come il Carcere Mamertino, che si dice abbia ospitato San Pietro e San Paolo. Oggi, questo formidabile sito di 3 mila anni riapre dopo un lungo periodo di scavi e lavori. Uno dei monumenti dell’età Repubblicana che custodisce una grande ricchezza storica e archeologica. Datata XVI secolo, langusta cella si trova nei sotterranei della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami, e si affaccia sul Foro Romano. “Il Tullianum ha spiegato il vice presidente dellOpera Romana Pellegrinaggi, monsignorLiberio Andreatta è stato luogo di detenzione di San Pietro, che fece scaturire lacqua che utilizzò per battezzare i reclusi e i carcerieri; qui inoltre si trovauna delle prime raffigurazioni della Madonna della Misericordia, presente in un affresco datato XIII secolo. Questo è un luogo, dunque, di grande devozione ancora molto visitato da chi si reca a Roma in pellegrinaggio. LOpera Romana Pellegrinaggi, insieme alla Soprintendenza e al lavoro straordinario portato avanti dagli archeologi, è felice di aver contribuito a recuperareun pezzo di storia così importante per Roma e per i turisti e i fedeli di tutto il mondo”. Come tiene a sottolineare il Soprintendente per larea archeologica centrale di Roma, Francesco Prosperetti: “La riapertura del Carcer Tullianum rappresenta un momento importante per la vita culturale della Capitale.Le indagini archeologiche degli ultimi anni ci restituiscono non solo un monumento celeberrimo, ma la sua straordinaria vicenda, legata a doppio filo con le origini di Roma e lintera storia della città. Grazie alla collaborazione con lOpera Romana Pellegrinaggi, che gestirà il sito, apriamo anche un nuovo museo e un ingresso al Foro Romano di cui il Carcer Tullianum in origine faceva parte. Il Carcer aggiunge il soprintendente – è un grande luogo di fede, ma, come tutti i luoghi di fede, ha radici antichissime e di natura simbolica. Gli scavi condotti da Patrizia Fortini hanno portato alla luce nuovi reperti ed elementi prima ignoti, che non stravolgono la natura di questo luogo, ma la confermano e ne ampliano la conoscenza. Non si è trattato solo di uno scavo, ma anche di un restauromirato a riconquistare la spazialità del sito. Inoltre cè lamusealizzazione degli importanti reperti trovati, in un allestimento contemporaneo che, attraverso tablet di ultima generazione, fornirà ai visitatori nuove informazioni, rendendoli partecipi anche emozionalmente alla storia di questo luogo”. Un percorso multimediale, attraverso cui sarà possibile ammirare le ricostruzioni degli ambienti originari e di leggere approfondimenti su quanto ritrovato nel corso della campagna di scavi.m”Con linaugurazione del Carcer Tullianum – ha quindi annunciato Prosperetti – il 21 lugliosi aprirà anche un nuovo varco per entrare al Foro Romano dal lato del Campidoglio. Un accesso che si inserisce nella nuova strategia della soprintendenza, che vuole rendere il Foro e il Palatino luoghi sempre più accoglienti. Tra pochi mesi saranno attive anche le uscite a San Teodoro e al Clivo Palatino, che rientrano nel progetto di moltiplicazione di varchi e percorsi nellarea archeologica centrale, funzionali ad accrescere lofferta culturale di Roma”.
M.