Ciao Pierluigi. Mi chiamo Fabrizio. Ti seguo da dietro le quinte da lungo tempo e ho sentito parlare molto e molto bene di te.
Sono appassionato di motori dall’età di 4 anni, possiedo tre motociclette, anche se purtroppo fino ad oggi ho potuto mettere in
pratica molto poco la mia passione (ormai ho 21 anni). Detto questo, terminata la mia breve presentazione, volevo chiederti
un’informazione. Recentemente ho sentito parlare dei carburatori IBEA, usati in applicazioni kartistiche. Si differenziano molto nella
struttura rispetto ai normali carburatori, da quel che ho potuto notare. Sono intesi in modo diverso rispetto ai classici carburatori.
In che maniera funzionano, si regolano, ed operano? Vantaggi? Svantaggi? Mi piacerebbe molto approfondire l’argomento, giusto per
incrementare una cultura che tecnica che non basta mai, e non fa mai male. Ti ringrazio per l’attenzione.
Fabrizio
Caro Fabrizio, per prima cosa grazie di tutto.
I carburatori a depressione hanno la peculiarità di poter funzionare in qualsiasi posizione e, per questa ragione, trovano larga applicazione nel settore delle attrezzature da giardinaggio come decespugliatori, tagliaerba e motoseghe. Furono poi impiegati nel karting per le loro eccellenti caratteristiche di funzionamento in condizioni di impiego limite, come nella classe 100.
Il loro funzionamento è semplice: in luogo della vaschetta hanno una pompa a depressione azionata tramite un collegamento al carter pompa.
Attraverso due ugelli, la cui sezione può essere variata con delle viti, si regola la portata di carburante ai bassi e alti regimi. In alcuni casi, si ha anche il power jet manuale.
La regolazione della carburazione avviene tramite le viti (aprendole si ingrassa, chiudendole si smagrisce) e con la regolazione della pressione di apertura e chiusura della pompa: più è bassa (misurandola con un manometro specifico), più si tende ad ingrassare.
Questi carburatori, che possono essere a farfalla o ghigliottina, hanno il pregio di garantire un notevole allungo, anche se tendono ad essere meno “puliti” dei carburatori a vaschetta/spillo ad aperture parziali. I carburatori a membrana tendono poi a soffire quando cambia in modo brusco la velocità dell’aria all’interno del venturi, come ad esempio in fase di cambio di marcia. Per questa ragione, la loro applicazione ideale è sui motori monomarcia, come quelli dei kart 100 e degli scooter. Nonostante ciò, su una Rumi 125 GP fu montato un carburatore a membrana di derivazione jet sky con eccellenti risultati.
Per ovviare a questo problema di impossibilità di taratura di fino ai regimi intermedi e in fase di passaggio, un costruttore francese ha realizzato un carburatore 30 mm per 125 KZ che combina le caratteristiche di un vaschetta con quelle di un membrana: ha infatti la pompa benzina e le viti, ma anche lo spillo conico. Il carburatore si chiama Kilt, ha le viti di regolazione ma anche lo spillo conico per ottimizzare la taratura in fase di progressione. A parere di chi scrive, sarebbe ideale su mezzi come gli scooter drag…
Negli scooter, anche se poco diffusi, questi carburatori troverebbero la loro applicazione ideale per via della somiglianza con i motori kart 100 cc, tanto che alcuni regolamenti trofeo ne impediscono l’impiego.
Ovviamente questa è solo una piccola introduzione. Ci sarebbe da parlare per giorni di questa tipologia di carburatore….