Forse sarà per il fatto che chi scrive, appartiene ad una generazione evidentemente oggi da considerarsi ‘antica’ (‘boomer’ ci chiamano!), e quindi, in qualche modo siamo stati educati al rispetto per il prossimo, per le persone più grandi, e nei confronti degli anziani.
Poi, particolare non da poco, quando giravamo in motorino, pur non avendo nulla da temere, solo a scorgere in lontananza una ‘divisa’ (poliziotto o carabiniere che fosse), ci saliva l’ansia.
Esattamente all’opposto di oggi dove, come vedremo, non soltanto il tutore dell’ordine in molti casi viene disprezzato ma, addirittura, anche fatto oggetto di atti fisici violenti.
Infatti, sebbene certe notizie (forse) siano poco ‘appetibili’ per la maggior parte degli organi di stampa, da diverso tempo in tutto il Paese continuano a registrarsi ‘scandalosi’ casi di attacchi fisici ai rappresentanti dele forze dell’ordine che, con grande freddezza e responsabilità, pur essendo armati, se ne guardano dal reagire, subendo umilianti aggressioni ed offese.
Una situazione allucinante – e per certi versi anche preoccupante – che trova sfogo nelle continue denunce pubbliche di Antonio Nicolosi, Segretario generale Unarma, l’associazione che tutela i diritti dei carabinieri.
Come rivela oggi quest’ultimo, “Ancora una volta dobbiamo intervenire sul tema aggressioni ai carabinieri, questa volta è accaduto in Sardegna dove il comandante la compagnia di Lanusei in provincia di Nuoro Capitano Giuseppe De Lisa è stato selvaggiamente aggredito, pochi giorni dopo l’esplosione di una bomba carta davanti al portone della caserma di Decimomannu in provincia di Cagliari”.
“Lo stato sociale di cattiveria nel nostro Paese non è più accettabile”, sbotta quindi a ragione il Segretario generale Unarma il quale, per l’ennesima volta torna a farsi portavoce di questo preoccupante fenomeno: “Ribadiamo al Governo l’urgenza di un intervento celere che possa far cessare queste aggressioni. Ci aspettiamo risposte da parte di tutta la politica, consci che, per alcuni politici, è più semplice scagliarsi e additarsi contro le forze di polizia, chiedendo numeri identificativi agli uomini in divisa, piuttosto che difenderli con provvedimenti Adeguati”.
Speriamo che questo accorato e legittimo appello abbia presto delle risposte all’altezza…
Max