Lepisodio è di una estrema gravità e ferisce non solo lArma ma tutte le forze dellordine e il Paese perché è stato ucciso volutamente un carabiniere in servizio che altro non faceva che il suo dovere. Questo, in sintesi, come ha ben spiegato il procuratore capo della Repubblica del Tribunale di Foggia, Ludovico Vaccaro, per dare idea della spietatezza che accompagnato lesecuzione del carabiniere Vincenzo Carlo Di Gennaro, prossimo ad esser nominato Comandante della stazione dellArma di Cagnano Varano, dove ieri ha trovato la morte.
Luomo che senza farsi scrupolo ha premuto il grilletto (“Si è fermato solo quando aveva finito il caricatore e non aveva più munizioni”, ha tenuto a specificare vaccaro), è Vincenzo Papantuono, un pregiudicato 65enne del luogo, che proprio nei giorni scorsi aveva subito diversi controlli in virtù della sua attività criminale nellambito del giro degli stupefacenti.
E se in quelle circostanze, prosegue il procuratore capo, “Non fu arrestato è solamente perché la sostanza rinvenuta era un piccolo quantitativo, poche bustine. La perquisizione nellabitazione aveva avuto esito negativo, non era stato trovato nulla”. Tuttavia il balordo ne era uscito con una denuncia a piede libero, come aggiunge ancora Vaccaro una prassi “rientra nellassoluta normalità in casi del genere”.
Pochi giorni dopo lennesimo fermo. e una frase pronunciata dal 65enne che potrebbe aver un peso enorme alla luce di quanto poi accaduto. Fermato ad un successivo controllo infatti, i militi di Cagnano Varano lo hanno sorpreso con in tasca un coltello, motivo per il quale è stato condotto in caserma per lesplicazione degli atti e quindi rilasciato. Ma uscendo il 65enne avrebbe palesato tutto il suo disappunto per la morsa che i carabinieri gli avevano teso, sbottando: ve la farò pagare.
Cè però da dire che uscite così infelici fanno parte del lessico sfrontato di alcuni malavitosi, e quindi onde evitare di denunciarlo per lennesima volta anche per minacce a pubblico ufficiale, i carabinieri non hanno dato peso alla cosa, limitandosi ad interpretarla come spesso capita come una sbrasonata da strada. Tuttavia, come dicevamo, proprio per quanto accaduto, ha commentato vaccaro incontrando i giornalisti, la reazione assolutamente sconsiderata, gravissima, proferita allindirizzo dei militi, aggrava la ferita che questo gesto dà allo Stato, attraverso lArma è stato colpito tutto lordine costituito con una reazione violenta contro chi rappresenta la legge”.
Ecco perché assume toni orribili il fatto che dopo aver svuotato il caricatore allindirizzo del povero Vincenzo Carlo Di Gennaro e del suo collega, rimasto seriamente ferito, addirittura lassassino “si è aggrappato allo sportello dellauto dei carabinieri e pronunciato frasi di rabbia. Voleva anche impossessarsi delle pistole dellArma.
E stato un delitto assolutamente privo di motivazioni. Stento a parlare di movente perché il movente deve avere una consistenza ha quindi aggiunto il procuratore foggiano – E lespressione del livello di violenza e di aggressività che la criminalità da noi ha assunto e questo deve far riflettere tutti.
Anche perché, fa giustamente notare, a fronte dei due precedenti controlli, entrambi positivi e legittimi, e a testimonianza che erano assolutamente fondati, cè stata la reazione aggressiva verso lo Stato che si è permesso di sottoporlo a controllo. In questo senso lepisodio non va assolutamente sottovalutato. Esprime una situazione drammatica sotto il profilo anche culturale, cioè ci fa riflettere sul fatto che una persona sottoposta a controlli reagisce contro lo Stato armandosi e sparando. Qualcuno tra i giornalisti presenti domanda allora perché a Papantuono non è stata contestata la premeditazione, Vaccaro spiega che al momento è giusto procedere per gradi, ci sono aspetti in via di precisazione. Ci sono indubbiamente degli elementi. La scelta è stata quella di aspettare anche la sua versione, se vorrà darla, prima di procedere a contestazioni di una aggravante così importante come la premeditazione”.
Max