(Adnkronos) – “Il progetto Vik tumore ovarico nasce come tutti i Patient support program, ovvero dall’ascolto diretto dei pazienti perché, grazie all’ascolto dei pazienti, abbiamo compreso maggiormente cosa significa convivere con una patologia cronica e impattante come il carcinoma ovarico: richiede energia e tempo, al malato e alla sua famiglia. Pertanto, mettere a disposizione dei pazienti oncologici un supporto psicologico e motivazionale quale Vik, oltre al generale miglioramento della qualità della vita, impatta sull’aderenza alla terapia e sulla motivazione”. Così Laura Cappellari, responsabile Dipartimento Patient Affairs di Gsk, durante la presentazione di Vik tumore ovarico, il primo assistente virtuale per le donne affette da carcinoma ovarico sviluppato dall’azienda francese Wefight in collaborazione con Gsk e Acto onlus.
“Vik è una chatbot – ancora Cappellari – che supporta pazienti e familiari nel loro percorso sanitario, rispondendo alle domande e fornendo reattivamente informazioni appropriate. L’interazione tra Vik e la paziente si svolge in un piano di conversazione naturale. La chatbot, basata sull’intelligenza artificiale, non usa termini troppo tecnici, complessi o complicati. Un altro aspetto importante da sottolineare è che questa app permette alla paziente di consultare o di condividere testimonianze di altre pazienti o caregiver. L’obiettivo è far comprendere alla paziente che non è sola in questo percorso difficile”.
Vik timore ovarico da alcuni anni è una realtà in Francia. “Nel 2019 Gsk Francia ha sviluppato per primo questa app. Ad oggi viene utilizzata da più di 2mila utenti tra pazienti, caregiver e familiari. Numeri importanti, per questo motivo abbiamo deciso di replicare l’iniziativa di successo e grande valore anche in Italia”, conclude Cappellari. La versione italiana di Vik tumore ovarico è disponibile negli app stores e sui websites di Gsk e di Acto e può essere scaricata e utilizzata da pazienti, familiari, caregiver e medici.