L’Axe Lab di Ericsson “accelererà la trasformazione software delle reti”. A delineare l’orizzonte tecnologico é il professore Antonio Capone, ordinario di Tlc e preside della Scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione del Politecnico di Milano, intervistato dall’Adnkronos sul nuovo importante laboratorio tecnologico di ricerca della multinazionale Ericsson che ha deciso di investire a Pagani con un polo hardware e software che potrà essere un motore di sviluppo per la trasformazione delle reti verso una infrastruttura virtualizzata.
Membro del gruppo strategico Polimi2040 e direttore dell’Advanced Network Technologies Laboratory del Dipartimento di Elettronica Informazione e Bioingegneria (Deib), Capone argomenta che “nonostante il calo di investimenti negli anni per la mancanza in Italia di grandi player – e visto che i campioni nazionali che c’erano nel secolo scorso non sono sopravvissuti alla competizione fortissima del settore – adesso é importante mantenere in Italia la presenza di multinazionali” del calibro di Ericsson”.
Anche perché, sottolinea, “il mercato delle Tlc negli ultimissimi anni sta avendo una evoluzione molto interessante proprio per l’aggiornamento di lab come quello di Ericsson”. “Ciò che si é visto negli ultimi anni, essendo quello delle Tlc un settore ad altissima tecnologia, é che si tende a concentrare in pochissime aziende a livello mondiale la capacità di reggere un mercato competitivo. Tuttavia -spiega Capone- quello che a creato questo fenomeno – che era fondamentalmente legato a piattaforme hardware e apparati particolarmente sofisticati – non é scomparso ma le Tlc si stanno sempre più trasformando in un sistema che si basa su piattaforme hardware di tipo generale e software di tipo specializzato”.
“Quindi -continua l’esperto italiano- si sta andando verso una trasformazione software delle reti
che rappresentano una opportunità di sviluppo importante – non soltanto perché si riescono a realizzare cose più interessanti e si riesce a integrare innovazione in modo più veloce – ma anche perché l’innovazione viene fatta su software con costi di sviluppo che consentono l’ingresso anche di piccoli player”.
Capone si dice per questo “fortemente convinto, e sto cercando nei miei ruoli di spingere in questo senso, che in Italia ci possa essere una nuova ondata di aziende che sviluppino soluzioni per le tlc e le reti in generale perché possono sfruttare, questo momento particolare della transizione verso la rete basata sul software, la cosidetta ‘softwerizzazione della rete'”. “Ed il laboratorio Axe di Ericsson mantiene grandissime competenze e accresce il suo ambito di competenza perché tutta una serie di attività di Ericsson vengono mantenute lì a Pagani” sottolinea ancora. (di Andreana d’Aquino)