Caos TMB Salario ecco la protesta dei Comitati: qui mai più rifiuti, tuonano. Tre le ipotesi di riconversione e in due mesi. Il futuro spaventa i manifestanti: “Qui mai più rifiuti.
Sono passi due mesi dal rogo che ha distrutto il sito di Ama e tornano in piazza comitati e municipio III: “Da Comune e Regione ci aspettiamo atti ufficiali per dismissione definitiva”. Sono tornati a farsi sentire dunque i comitati che da anni sono in lotta per la chiusura del TMB Salario e cioè l’impianto per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti andato a fuoco lo scorso 11 dicembre e dato per non più utilizzabile. La faccenda di TMB Salario riecheggia ormai da otto anni e, in queste ore, un’orda di cartelli, striscioni e maschere antigas hanno voluto ricordare a tutti le difficoltà che i miasmi dello stabilimento di Ama: producono. Una situazione critica che dal 2011 ha messo a dura prova la vita di un intero quadrante costringendolo a finestre chiuse e non solo. Infernali le estati per i quartieri che si affacciano direttamente sulla Salaria o limitrofi: miasmi insopportabili fino a Piazza dei Vicazionisti a via Cortona, fino a Saxa Rubra e Piazza Vescovio.
Per placare proteste e timori non servono più annunci o vari progetti come le tre le idee annunciate da dicembre ad oggi da Campidoglio ed Ama. I cittadini supportati dal Municipio III, chiedono “atti ufficiali” oltre all’immediata bonifica dell’intero sito e la sua futura destinazione “compatibile con l’abitato”, con tanto di parco.
Per il TMB Salario tre ipotesi di riconversione in due mesi. Uffici e isola ecologica. Un’area in cui il Campidoglio voleva collocare un centro di riciclo creativo “dove artigiani potranno lavorare nei laboratori per ridare una nuova vita a vecchi oggetti”; poi, ad un mese esatto dal rogo, la proposta di trasformare quel polo, come immaginato già in una tesi del 2006 di un dipendente di Ama, nel centro direzionale della municipalizzata.
“Cosa c’è di più drammatico di essere nella condizione di non poter respirare, di restare chiusi in casa e sentire chi ti rappresenta, e che quindi ti dovrebbe difendere, fare dichiarazioni negazioniste sui miasmi. E’ la fine della responsabilità della politica. Siamo qui per chiedere alla Sindaca Raggi di fare un atto di Giunta per chiedere ad Ama, di cui lei è proprietaria pro tempore, di decretare la definitiva chiusura dell’impianto. Chiediamo di conseguenza alla Regione Lazio di revocare l’autorizzazione all’impianto per aprire insieme una fase nuova per quest’area, quella della bonifica di questo sito e della sua riqualificazione” – ha dichiarato il minisindaco del Municipio III, Giovanni Caudo, intervenendo alla mobilitazione promossa dall’Osservatorio permanente sul TMB Salario