Si estende a macchia d’olio l’inchiesta sul “mercato” delle poltrone nell’ambito della Procura di Roma. Dopo la notizia dell’avvio dell’indagine su Luca Palamara, oggi i finanzieri hanno iniziato le perquisizioni, su mandato della procura di Perugia, della casa e degli uffici del pubblico ministero. Palamara è indagato per corruzione in merito alle indagini su possibili illeciti riguardanti le nomine dei vertici della procura romana.
Caos nomine procura di Roma, le ultime notizie
“Apprendo dagli organi di stampa di essere indagato per un reato grave e infamante per la mia persona e per i ruoli da me ricoperti” ha dichiarato ieri Palamara. Sto facendo chiedere alla Procura di Perugia di essere immediatamente interrogato perché voglio mettermi a disposizione per chiarire, nella sede competente a istruire i procedimenti, ogni questione che direttamente o indirettamente possa riguardare la mia persona”.
Aggiornamento ore 9.00
La Guardia di Finanza oggi ha iniziato a perquisire anche l’abitazione del commercialista di Palamara, oltre a quella di un soggetto prossimo al pm, Adele Attisani. Ma l’indagine si preannuncia molto più ramificata, non riguardando il solo pm Palamara.
Oggi è stata notificata anche un’informazione di garanzia a Stefano Fava, pubblico ministero della procura di Roma. Si tratta del pm responsabile dell’esposto al Csm in cui si accusava l’ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e il suo aggiunto Paolo Ielo. L’accusa per Fava è di rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento.
Aggiornamento ore 11.00
Dalla procura di Perugia l’indagine sul mercato delle toghe si estende sempre più. Tre ulteriori avvisi di garanzia sono stati notificati oggi, di cui uno a Luigi Spina, membro del Csm, al quale si contestano i reati di rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento. Oltre a Spina, gli altri destinatari dell’informazione di garanzia sono l’avvocato Pietro Amara e il lobbista Fabrizio Centofanti, colui che avrebbe effettuato dei “regali inopportuni” a Luca Palamara.
“Si susseguono notizie di indagini nei confronti di magistrati, anche ex componenti del Csm” ha dichiarato Pasquale Grasso, presidente dell’Associazione nazionale magistrati. “Trattandosi di procedimento in corso, non intendo commentare se non per rimarcare il fatto che la magistratura adempie costantemente al proprio ruolo istituzionale e costituzionale nei confronti di qualsiasi soggetto. Ivi compresi gli stessi magistrati”.
“Non ravviso alcun elemento di correlazione” fra le nomine e le indagini che si stanno svolgendo, ha affermato Grasso, “salvo emersione di diversi elementi che allo stato non mi pare superino il livello della mera illazione. Il procedimento che condurrà alla nomina è in corso nella sede costituzionalmente prevista, e nel rispetto delle norme di legge. Ogni altro commento mi parrebbe un ulteriore indebito tentativo di interferenza”.
Aggiornamento ore 14.00