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Caos a Roma: bar e ristoranti pretendono di trasformare i marciapiedi in ‘oasi’, inglobando posti auto

Ok il dramma delle chiusure e degli orari ridottissimi che, insieme alle regole severe, per un’infinità di mesi hanno lungamente danneggiato economicamente i bar ed i ristoranti della Capitale, ora però a Roma si rischia ‘la guerra dei poveri’.

Da una parte infatti la richiesta da parte degli esercenti di ‘recuperare spazio esternamente’ attraverso giardiniere ed ombrelloni e, dall’altra, i residenti delle aree centrali (da Prati a Trastevere, e da Testaccio alla Garbatella), che pur ‘pagando’ il permesso per parcheggiare all’interno della Ztl, alla sera trovano sempre meno posti auto e sempre più ‘tavolini’.

Tavolini e ‘giardini esterno’, durante la pandemia tutti ne hanno compreso il ‘bisogno’

Eppure, proprio per andare incontro ai commercianti, l’amministrazione comunale – con la ‘comprensione’ dei residentinell’immediato post-pandemia ha lungamente autorizzato la possibilità di poter allestire ‘pedane’ esterne senza richiedere la tassa di occupazione, proprio per ‘dare una mano’ agli esercenti.

Ora però, che si è tornati ad una sorta di ‘normalità’, bar e ristoranti ‘pretendono’ di mantenere spazi ed ingombri come fossero aree private.

Ora la Fiepet Roma e Lazio minaccia addirittura una ‘class-action’ ed il ricorso al Tar

A loro dire infatti il Dipartimento Mobilità e Viabilità del Comune di Roma si starebbe comportando con ‘menefreghismo’, soltanto perché continua a rifiutare la richiesta da parte di bar e ristoranti, di potersi ‘allargare’ all’estro dei loro esercizi.

Addirittura, annuncia il presidente di Fiepet Roma e Lazio, Claudio Pica, “Stiamo valutando di presentare ricorsi al Tar, anche al Consiglio di Stato e se necessario di promuovere una class action per vincere la battaglia per i tavolini all’esterno”.

Tavolini esterni: il Comune non guadagnerebbe più dalle strisce blu, occupate… da fioriere ed ombrellloni

Questo perché come dicevamo, lamenta Pica, “Stanno arrivando diversi dinieghi da parte dell’Ufficio alla Mobilità che respingono centinaia di richieste in varie zone sia centrali che periferiche per il fatto che molte vie sono considerate di Grande Viabilità nell’elenco del Codice della Strada, dunque, i funzionari pongono un problema di mobilità e sicurezza stradale rifacendosi alla norma nazionale, e questo nonostante la delibera dell’assemblea capitolina a maggio abbia autorizzato il collocamento dei tavoli anche con pedane e ombrelloni in zone tariffate (strisce blu), andando in deroga a diversi vincoli”.

Certo che, non ricavando più introiti dalle strisce blu – occupate dalle pedane – e dalla momentaneamente abolita ‘tassa del suo pubblico’, il Comune può ‘rifarsi’ incassando solamente dalle multe elevate ai residenti, costretti a tarda notte a parcheggiare nei luoghi più disparati…

La Fiepet denuncia i tanti soldi che gli esercenti hanno investito per allestire gli esterni

Dal canto loro gli esercenti, spiegano di aver investito molti soldi per allestire pedane, ombrelloni, ecc, a ‘vuoto’. C’è però da dire che, in tutto questo, sebbene si sia tornati alla ‘normalità’, ad oggi la tassa per l’occupazione del suolo pubblico (anzi, ora è il ‘canone unico di occupazione’), continua ad essere sospesa fino alla fine dell’anno. In tutto ciò ora la Fiepet teme anche che  l’amministrazione capitolina possa avere un ripensamento merito, e dunque la “a dare certezza con una ordinanza che abolisca del tutto la norma per il pagamento della tassa, al momento c’è un differimento al 31 luglio. L’ordinanza che recepisce la norma nazionale ancora non c’è. Non vorremmo che alla fine ci chiedessero di pagare dei mesi”.

Tavolini esterni: il Comune la butta sulla viabilità, ma ai residenti non pensa nessuno

Insomma, visto che al momento, rivela ancora Pica, “600-700 esercenti hanno ricevuto il diniego a mettere i tavoli all’esterno”, è finito sotto accusa anche l’assessorato alla Mobilità di Roma (guidato da Pietro Calabrese), reo di essere “troppo rigido” e di non “riconoscere l’emergenza dei provvedimenti adottati”. E questo, incalza, “va contro la norma nazionale di aiutare i pubblici esercizi. E’ un paradosso, nel momento in cui si riconosce di essere tra le categorie più danneggiate all’emergenza Covid“.

Insomma, sembra quasi che nella vicenda la figura dei residenti sia totalmente ‘non considerata’: secondo la Fiepet infatti, a monte del diniego dell’amministrazione ci sarebbe ‘soltanto’ la questione legate alle vie di scorrimento veloce che, spiega Pica, “possono essere considerate la Cristoforo Colombo o la via Flaminia (verso fuori Roma), solo per fare qualche esempio, ma “purtroppo vi sono parecchie strade come viale Mazzini, via Fabio Massimo ma anche via La Spezia o piazza Malatesta al Pigneto, a via Acqua Bullicante dove ci sono semafori, passaggi pedonali, i parcheggi, e non sono pericolose”.

Intanto i ‘giardini esterni’ si moltiplicano ugualmente ed prezzi sono purtroppo rincarati

Fatto sta che, purtroppo, da un primo giro di locali effettuato, abbiamo trovato decine di metri di marciapiedi ‘occupati’ da pedane e palchetti vari. I prezzi sono in generale aumentati, ed il servizio abbastanza approssimativo. Ah, c’è da segnalare anche il gran ritorno delle produzioni cinematografiche: fra Testaccio e San Paolo, in questi giorni centinaia di residenti dei due storici quartieri hanno lamentato la totale assenza di posti auto, esponendo così le loro macchina a rischio multa: da un lato del marciapiede le pedane di un bar e di un ristorante, dall’altro i camion delle produzioni filmiche…

Max

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Max Tamanti