Cannabis, arrivano le direttive di Salvini

Nella giornata di ieri aveva usato il pugno durissimo: Chiuderemo tutti i negozi che vendono cannabis. Con il passare delle ore la posizione del Ministro dell’interno Matteo Salvini sulla vendita legale di cannabis si è alleggerita, promettendo comunque severi controlli e restrizioni per tutti i negozi che vendono legalmente prodotti a base di canapa.
Le nuove direttive sono arrivate nella serata di ieri, dopo che nelle Marche erano stati chiusi due negozi di cannabis legale. Salvini ha sollecitato a monitorare con attenzione i requisiti delle rivendite al fine di salvaguardare la salute dei cittadini e dell’ordine pubblico. Da evitare, tra le altre cose, che non siano messe in vendita infiorescenze, in quantità significative da un punto di vista psicotropo e stupefacente.

Cannabis, Salvini: “Meglio un uovo che una canna la mattina”

Intanto il questore Questore di Macerata, Antonio Pignataro, tramite una nota, ha spiegato i motivi che hanno portato alla chiusura dei due negozi nelle Marche: “Alle tante mamme che soffrono per i loro figli che fanno uso di cannabis avevo promesso che avrei chiuso tutti i negozi di Cannabis legale: oggi con la chiusura di questi altri due negozi, ho onorato la mia promessa”.
La parola è poi passata a Salvini, che ha ribadito la volontà di combattere ogni tipo di droga durante un comizio a Pesaro: “Ringrazio le forze dell’ordine e la magistratura perché è in corso la chiusura di tre cannabis shop a Macerata, Porto Recanati e Civitanova Marche”.
Da oggi comincia una guerra via per via, negozio per negozio, quartiere per quartiere, città per città. Gli spacciatori non li voglio, la droga fa male. Meglio un uovo sbattuto. Spero che il modello Marche possa essere seguito da altre regioni italiane.
Ha detto il vicepremier che si è poi rivolto a Di Maio: Dico a Luigi che combattere la droga significa anche combattere la mafia, come dimostrano gli arresti delle ultime ore contro il clan Casamonica. Mi aspetto che il senatore dei 5Stelle Mantero ritiri la proposta sulla droga libera. Non è nel contratto di governo e non voglio lo Stato spacciatore”. Ha concluso il vicepremier.