CAMPO FELICE – PRECIPITA ELICOTTERO DEL 118: 6 MORTI. A FARINDOLA NELLA NOTTE ESTRATTI DALLE MACERIE DELL’HOTEL I CORPI DI DUE DONNE. AL MOMENTO SALGONO A 18 LE VITTIME

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    “Il velivolo si vede dall’alto ma si tratta di una verticale di 500 metri. Non sappiamo che troveremo laggiù, è tutto da verificare”, così i primi soccorritori giunti sul luogo dell’ennesima tragedia (per altro raggiungibile solo a piedi), che stamane ha segnato questo di per se già funesto momento che l’Abruzzo sta vivendo: intorno alle 12, un elicottero dei soccorsi del 118 è precipitato nei pressi di Campo Felice (AQ).L’incidente sarebbe avvenuto nel tragitto di ritorno verso l’ospedale di L’Aquila, dopo che l’elicottero aveva preso a bordo la persona soccorsa a Campo Felice. A bordo del mezzo aereo c’erano 5 membri dell’equipaggio e una persona a cui era stato prestato soccorso. Sconosciute al momento le cause dell’incidente, anche se si pensa che il velivolo potrebbe essere caduto a causa della nebbia. Intanto a Farindola quel che si temeva nella notte è divenuto una drammatica realtà: i soccorritori impegnati da giorni a scavare senza tregua tra le macerie dell’Hotel ‘Rigopiano’ , in mattinata hanno estratto altri due cadaveri. Nello specifico, i Vigili del fuoco hanno recuperato i corpi di due donne, non ancora identificate. Poi, nella serata èsalito a 17 il numero delle vittime. Aggiornato anche il numero deidispersiche scende a12. Al momento solo Giampaolo Matrone, uno dei superstiti di Farindola, “è ricoverato nell’Unità operativa di ortopedia” e “le sue condizioni continuano a essere buone” comunica intanto l’ospedale di Pescara, che fa sapere anche che “i due bambini ricoverati in pediatria sono stati dimessi oggi”. L’ospedale riferisce che “cinque salme, transitate per l’obitorio, sono state già restituite alle famiglie. In questo momento – prosegue – sono presenti altre dieci salme, di cui una già identificata e le altre in corso di identificazione”. Le pessime condizioni del tempo, e la delicatezza che richiede l’intervento delle squadre al lavoro, costrette a scavare ‘a mano’ per scongiurare crolli o cedimenti ai resti della struttura, trasformano in ansia la speranza di poter trovare ancora qualche superstite in vita. Al momento i dispersi sono ancora 15.

    M.