CAMPIDOGLIO – LUNEDÌ IGNAZIO MARINO FORMALIZZERÀ LE DIMISSIONI CONSEGNANDOLE ALL’ASSEMBLEA. POI, ANCORA 20 GIORNI PER ’EVENTUALI RIPENSAMENTI’
La giornata del ’day after’ per il sindaco dimissionario è iniziata in punta di piedi, varcando la soglia del Campidoglio da un ingresso secondario, per eludere l’esercito dei giornalisti che l’aspettavano al varco. A qui pochi che sono riusciti ad avvicinarli, dopo un saluto cordiale Marino ha dichiarato ’’Sto molto bene e sto andando a celebrare un matrimonio’’. Ma lo stato d’animo non deve essere certo dei migliori se, come sembra, ha preannunciato “querele oltre alle richieste di danni in sede civile. Leggo su alcuni quotidiani frasi virgolettate che mi vengono attribuite – avrebbe dichiarato in una nota – Le smentisco categoricamente: si tratta di falsità che non ho mai pronunciato”. L’annosa questione dei virgolettati ’tanto cari’ (quando gli torna utile) ai politici, ma su questo avranno da dimostrare le varie, e prestigiose, agenzie di stampa che le hanno pubblicate. C’è da puntualizzare che, prima di annunciare le sue dimissioni, Marino ha firmato e depositato nella Tesoreria capitolina l’assegno per la città di Roma con i soldi spesi con la carta di credito in assegnazione al primo cittadino: 19.704,36 euro. Ad ogni modo, l’ex primo cittadino formalizzerà le dimissioni lunedì, consegnandole alla presidente dell’Assemblea capitolina, Valeria Baglio, come prevede in questo caso l’articolo 53 del Tuel sull’Ordinamento degli Enti Locali. Come già scritto, senza virgolettati’ in questi giorni, le dimissioni diverranno efficaci e irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla formalizzazione, cioè dalla presentazione o dalla comunicazione all’Aula Giulio Cesare. Sempre seguendo le norme costituite, sarà il Prefetto a dare inizio all’iter, nominando al contempo un Commissario prefettizio, destinato ad ’accompagnare’ lo scioglimento definitivo che culmina con la proposta del ministro dell’Interno, per decreto del presidente della Repubblica con la contestuale nomina di un commissario straordinario (a sua volta in carica fino al primo turno elettorale. Il tutto deve compiersi entro 90 giorni. Lo scioglimento del consiglio comunale determina in ogni caso la decadenza del sindaco e della giunta. Il commissario straordinario resterà in carica amministrativo utile. Consiglio, giunta e consiglieri decadranno, (articolo 27 dello statuto di Roma Capitale), diversamente dai presidenti dei Municipi e ai consigli municipali che dovrebbero rimanere ’integri’ ed operativi. non dovrebbero invece essere destinati a decadere, come accadrà ai consiglieri dell’assemblea capitolina. Infatti l’articolo 27 dello statuto di Roma Capitale prevede che i mini sindaci e le assemblee municipali restino in carica fino all’indizione dei comizi elettorali. ’’Marino è stato il vero baluardo contro mafia capitale , poi si può dire tutto il male possibile sulle sue presunte gaffe e sugli scontrini, ma ricordiamoci che, quando Roma era assediata da mafia capitale, l’unico che ha mantenuto un presidio di legalità si chiama Ignazio Marino’’, questa la bellissima e solidale testimonianza di Alfonso Sabella, assessore alla Legalità. Pragmatico ed essenziale il commento dell’Osservatore Romano sulle dimissioni del sindaco: “La capitale – a meno di due mesi dallinizio del giubileo – ha la certezza solo delle proprie macerie”. Il quotidiano della Santa Fede ha poi evidenziato, da parte dei media “l’inedita unanimità” nel sottolineare ’inevitabile’ finale del sindaco dimissionario “caduto sotto i colpi di un’inesorabile serie di episodi che, a seconda dei casi, sono stati quanto meno qualificati come gaffes, gesti francamente inopportuni o superficialità”. Max