Stamane ha avuto luogo l’atteso vertice della cabina di regia, chiamata a stabilire su quali aree del Paese intervenire, in virtù dei valori dell’Rt registrati nelle ultime settimane.
Intendiamoci, non ci aspettavamo ‘sorprese’ anche se, come vedremo, forse ancora una volta, nei confronti delle regioni economicamente più ‘virtuose’, non è mancata la puntuale ‘benevolenza’ da parte delle istituzioni.
Dunque, premesso che di qui a domenica alcune ‘collocazioni’ in determinate face di colore potrebbero cambiare, vediamo gli esiti di questo ‘primo intervento’ da parte delle istituzioni.
Così, ‘graziate’ sia il Lazio (nonostante l’evidente numero dei contagi, risaliti nella Capitale), che la Lombardia (che ieri ha segnato oltre 2mila nuovi casi mentre, oggi addirittura 3.724), tuttavia toccata dal ‘rosso’ per quattro aree interne, la ‘zona arancione’ è ad appannaggio del Molise, della Campania, e dell’Emilia Romagna, da domani nuovamente costrette a doversi misurare con misure – e dunque regole – più restrittive.
Ovviamente, di conseguenza, Bolzano, le Marche, e l’Umbria (quest’ultima particolarmente ‘interessata’ dalla presenza della temuta variante inglese), vengono così ‘regolarizzate’ rispetto quelle restrizioni, fino ad oggi frutto di specifiche ordinanze regionali.
Parliamo di tre regioni che hanno purtroppo superato la soglia la critica, sia per quanto riguarda il tasso di saturazione registrato in merito ai posti letto nelle terapie intensive (stabilito al 30%), che per quello relativo al tasso di saturazione ‘concesso’ alle aree non critiche (il 40%). Fra queste è proprio l’Umbria a detenere il triste primato nazionale, per la pressione maggiormente sofferta nelle terapie intensive.
“Noi già la scorsa settimana abbiamo sfiorato l’arancione. E’ probabile che ci andremo, stiamo aspettando le determinazioni del Comitato tecnico scientifico e poi la decisione del ministro della Salute come avviene in questi casi”. Era ovviamente ‘preparato‘ il presidente emiliano, Stefano Bonaccini all’arancione. Del resto, ha aggiunto, viste le varianti in circolo, “mi pare che in Italia, anche laddove si rimarrà in giallo, comunque i parametri stanno peggiorando, credo sarebbe il caso, nelle prossime ore e nei prossimi giorni, di trovarci fra Governo e Regioni. Ho sentito al telefono Roberto Speranza, per capire, e questo ce lo devono dire gli scienziati, se davvero c’è un peggioramento come vediamo“.
Quindi il presidente delle Regioni tiene anche a precisare che sì, fino ad oggi, il sistema delle ‘colorazioni’ “ha avuto una sua validità, che abbiamo condiviso con il Governo nei mesi precedenti, ma ora – commenta – ho l’impressione che, con l’arrivo delle varianti, vada fatta una valutazione diversa“. Infatti, corregge Bonaccini, “si rischia di andare in giallo, poi in arancione, qualcuno, ho sentito, potrebbe diventare rosso da domenica, poi si torna indietro. Insomma, si rischia un sali-scendi che genera preoccupazione e non mette un’asticella su quando, non dico si potrà terminare, ma dare un senso di risposta che veda una fine“.
Infine, rispetto ad un ulteriore stop generalizzato del Paese, Bonaccini avverte che “Quando si richiama il lockdown viene in mente qualcosa che non è percorribile, il lockdown che ci fu lo scorso anno teneva chiuso tutto nel Paese. Io mi interrogo solo se questo tema delle fasce colorate, alla luce delle varianti che stanno cominciando a circolare e a far peggiorare, quasi in tutto il territorio nazionale, i parametri, non abbia qualche pecca…“.
Una decisione attesa ed accettata dai governatori interessati dalla ‘penalizzazione’. Come aveva infatti commentato prima del vertice il presidente campano, Vincenzo De Luca, ”Torneremo in zona arancione? Assolutamente si, ma credo che abbiate visto anche voi le immagini di questi fine settimana: migliaia e migliaia di persone in mezzo alle strade, nessun rispetto delle regole. Chi controllava? Qui ormai il controllo in Italia non esiste più, nessuno controlla più nulla, dovremo contare solo sul senso di responsabilità dei cittadini. Ma in questi fine settimana che abbiamo alle spalle di senso di responsabilità ne abbiamo visto molto poco. Era inevitabile tornare in zona arancione e poi in zona rossa“.
Ad ogni modo, ha aggiunto De Luca, ”La Campania sta lavorando con una manifestazione d’interesse per reperire qualche milione di vaccini sul piano internazionale, senza fare propaganda sgangherata. Per quello che ci riguarda, stiamo lavorando per procurarci i vaccini necessari. Il dato drammatico è che non abbiamo i vaccini necessari, è il limite più grande che registriamo nella politica nazionale anti Covid“.
Max