Una richiesta di arresto nei confronti del deputato di Forza Italia Luigi Cesaro, ex presidente della Provincia di Napoli, è stata inviata alla Camera dei Deputati dalla Dda di Napoli. Cesaro è al centro di un’inchiesta su presunte irregolarità nella concessione di appalti del Comune di Lusciano (Caserta) a ditte legate al clan dei Casalesi. L’inchiesta si basa, in particolare, sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Luigi Guida, che ha guidato per lungo tempo la fazione Bidognetti del clan dei Casalesi. Secondo l’ipotesi accusatoria, numerosi appalti pubblici sono stati assegnati illegalmente a ditte vicine al clan, con l’estromissione forzata di imprese concorrenti. Tra gli appalti sospetti c’è quello per la costruzione di un impianto sportivo a Lusciano. Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Napoli Giuseppe Borrelli e dai sostituti Antonello Ardituro, Giovanni Conzo, Marco Del Gaudio e Cesare Sirignano, sarebbero coinvolti ex amministratori pubblici, l’ex consigliere regionale Nicola Ferraro e alcuni fratelli del deputato Luigi Cesaro. Per Cesaro i pm ipotizzano i reati di concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d’asta. Al centro dell’inchiesta un incontro del 2004, nel quale, secondo l’accusa, Cesaro e l’ex boss del clan dei Casalesi Luigi Guida si accordarono per assegnare l’appalto sul Piano di Insediamento Produttivo di Lusciano (Caserta). Nell’inchiesta sono state arrestate sette persone, fra le quali l’ex consigliere regionale della Campania dell’Udeur Nicola Ferraro, e Raffaele e Aniello Cesaro, fratelli di Luigi Cesaro. Per altri sette indagati il gip ha rigettato le richieste dei pm per carenza di attuali esigenze cautelari. Cesaro, chiederò a Camera di autorizzare arresto – “Grande è la mia amarezza di fronte ad un’accusa ingiusta”. Lo afferma Luigi Cesaro (FI) sulla richiesta di arresto pervenuta dai magistrati napoletani. “Come già anticipato – afferma Luigi Cesaro in una nota – chiederò che la Camera dei deputati autorizzi rapidamente l’esecuzione del provvedimento sia perché ritengo giusto che io venga trattato come un comune cittadino, sia perché, finalmente, potrò uscire da un incubo che mi accompagna da anni”, afferma Luigi Cesaro in una nota.