Camera, Letta: “Fontana presidente? Primo ad essere contento è Putin”

(Adnkronos) – “Ci hanno raccontato per tutta la campagna elettorale che ci sarebbe stato moderatismo, continuità e scelte nell’interesse del Paese. La scelta di oggi alla Camera va esattamente contro gli interessi del Paese, sposta l’Italia sempre più lontano dal cuore dell’Europa”. Così Enrico Letta lasciando la Camera dopo l’elezione di Lorenzo Fontana presidente. Una scelta, continua Letta, “che giudichiamo sbagliata e che conferma quello che abbiamo sempre pensato: questa è una maggioranza che si è spostata verso destra e il sovranismo. La scelta di oggi troverà qualcuno contenti fuori dell’Italia. Il primo ad essere sarà Putin”.  

“Peggio di così nemmeno con l’immaginazione più sfrenata. L’Italia, non merita questo sfregio. #Fontana”, il tweet del leader dem. 

“La destra non poteva fare scelte peggiori. Ha scambiato l’elezione della terza carica dello stato per una gara di estremismo”, il commento di Giuseppe Provenzano, vicesegretario del Pd, all’Adnkronos. “Sono due figure divisive che hanno il pregio di fare chiarezza sulla identità che vuole darsi la destra italiana, cioè portare l’Italia verso Polonia e Ungheria. L’opposizione sarà dura e intransigente contro l’arretramento sui diritti civili sociali e ambientali”. Le è piaciuto il discorso del presidente Fontana? “No”. 

Quello di Fontana “è un profilo che non ha neanche la parvenza di una figura di garanzia, è una scelta unilaterale della maggioranza che oggi, a differenza di ieri, si è mostrata meno divisa. Sono mancati dei voti ma non in modo così eclatante come ieri”, spiega quindi all’Adnkronos il ministro del Lavoro uscente Andrea Orlando nel commentare l’elezione. “C’è un rammarico – aggiunge – che le opposizioni non abbiano avanzato una candidatura comune. Noi avevamo fatto uno sforzo per un nome che potesse consentire la convergenza di tutti. Però mi pare che la giornata di oggi abbia riservato meno sorprese di quella di ieri”.  

“Fontana è un estremista, una persona con posizioni radicali sui diritti civili, un filo putiniano mai pentito, e per me non può rappresentare l’interezza della Camera dei deputati. Abbiamo fatto il nome di Maria Cecilia Guerra che è stato sostenuto da Pd e altre componenti ma non da tutta l’opposizione. Sarebbe stato forse meglio, ma se fossimo stati uniti saremmo anche andati alle elezioni insieme”, le parole all’Adnkronos di Laura Boldrini sull’elezione del presidente della Camera.