Nuovo caso di minacce in vecchio stile al palazzo di giustizia di Caltanissetta, dove in tarda mattinata è giunta una busta contenente un proiettile e destinata al procuratore capo Amedeo Bertone. Allorigine della missiva, come si legge nella lettera stessa, ci sarebbe lindagine in corso su cui stanno lavorando proprio Bertone e i magistrati del suo ufficio. Un riferimento minaccioso al caso che vede coinvolto lex numero uno di Sicindustria, Antonello Montante, da maggio in carcere con laccusa pesante di associazione a delinquere, per aver creato – questa lipotesi della procura – una rete riservata per spiare le indagini, ma anche una lobby politico-economica che avrebbe razziato fondi regionali. Nei giorni scorsi, la procura nissena ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio per Montante ed altre 22 persone (fra cui lex presidente del Senato Renato Schifani e lex capo dei servizi segreti Arturo Esposito); per la seconda tranche, invece, lindagine della squadra mobile nissena prosegue, pochi giorni fa sono stati acquisiti altri atti a Palermo, allassessorato regionale Attività produttive e nella sede di Unioncamere Sicilia.?Adesso, cè unindagine della procura di Catania sulle minacce al procuratore Bertone. Presto, inizieranno gli accertamenti scientifici, alla ricerca di tracce sul proiettile e sulla lettera anonima.? unedì, unaltra busta con proiettile (calibro 7,65) era stata recapitata al presidente della commissione regionale antimafia Claudio Fava. Dentro la busta non cera alcuna lettera di minacce, ma comè noto in queste ultime settimane anche lAntimafia regionale è parecchio impegnata sui temi di due grandi inchieste condotte dalla procura nissena: quella su Montante e quella sui poliziotti accusati di aver costruito ad arte il falso pentito Scarantinonellambito dellindagine sulla strage Borsellino. Due casi delicati, che portano al cuore di tanti misteri ancora irrisolti allinterno dei palazzi delle istituzioni.?Cè forse un filo che lega i proiettili inviati a Bertone e a Fava? Forse, qualcuno vuole creare una strategia della tensione attorno a chi sta cercando di fare luce su vecchie e nuove storie? Domande difficili, conviene restare ai fatti. La cronaca recente offre un ulteriore spunto per provare a indagare. Venti giorni fa, un terzo proiettile – che è il primo di questa strana serie – è stato recapitato in un altro palazzo di frontiera, ad Agrigento. Destinatario di una lettera di minacce, il procuratore Luigi Patronaggio, impegnato nella delicata indagine che ipotizza il reato di sequestro di persona che sarebbe stato commesso dal ministro dellInterno Matteo Salvini, per i 150 migranti trattenuti dieci giorni sulla nave Diciotti della Marina Militare, a Catania. Sulla lettera anonima cera il simbolo di Gladio, la struttura paramilitare finita al centro delle indagini sui delitti eccellenti di Palermo. Un altro simbolo minaccioso.?Non sarà facile venire a capo di questa catena di intimidazioni, che sembra la trama di un romanzo di Andrea Camilleri. Ma questa non è finzione, è solo una brutta storia. Al lavoro ci sono tre procure: Palermo, per le minacce a Fava; Caltanissetta, per il caso Patronaggio, e Catania, per lultimo segnale recapitato, al procuratore Bertone.