(Adnkronos) – Il governo, e gli obiettivi del Pnrr conseguentemente, sono a rischio? “Io il pensiero dei 5 stelle, se possiamo considerarlo pensiero, ho rinunciato a capirlo da tantissimo tempo”. Così Carlo Calenda, europarlamentare e leader di Azione, intervenendo alla giornata dedicata al ‘Pnrr: priorità e futuro dell’Italia’ promossa da Aepi e Adnkronos.
“Abbiamo la fortuna di avere la persona, insieme a Macron, più autorevole alla guida del governo… C’è grande fiducia in Europa nella capacità di Draghi di portare avanti il Pnrr. Meno fiducia c’è nella capacità di far funzionare la Pa in modo da riuscire a spendere questi soldi”, ha continuato il leader di Azione, aggiungendo: “Credo che Draghi, lo ha detto chiaramente a Strasburgo, è contrario a ridiscutere per parte del Pnrr, ma credo sia inevitabile”.
Calenda ha sottolineato le difficoltà che l’Italia ha, storicamente, nella spesa dei fondi europei: con il Pnrr “dobbiamo spendere 34 mld l’anno e normalmente non riusciamo a spenderne 14”, anche perché “in Italia tutti si occupano di tutto tranne di implementazione”. Soprattutto sulle spese per la Pubblica amministrazione, il leader di Azione non nasconde le difficoltà di spesa, “invece di metterli in un imbuto – osserva – bisognerebbe farli usare per fare gli stessi investimenti da parte dei privati, ovviamente con delle garanzie” e regole ad hoc.
Sul fronte energia, “ieri in Europa è stato approvato il RePowerEu: non si tratta di nuovi fondi, ma di utilizzare quelli” del Next Generatione Eu “che alcuni Paesi non useranno, per esempio la Germania non li sta usando, non ne ha bisogno, e queste risorse vengono aggiunti per l’autonomia energetica. Anche su questo, io credo che le rinnovabili non bastino, sono intermittenti, per arrivare a indipendenza dal gas russo dobbiamo dotarci di 2 rigassificatori e fare un lavoro ricorrendo” anche all’uso del “carbone, seppur per un tempo breve”, ha sottolineato Calenda.
E sul termovalorizzatore a Roma “finirà come giustamente Gualtieri ha deciso… Su questo sosterrò Gualtieri a spada tratta, in Italia ne servono 12 di termovalorizzatori. E’ una tecnologia che oggi è molto meno inquinante di una strada di provincia”.