La vendita di un giocatore non ‘tuo’ può portare dei benefici alle tue casse? Se si parla dell’affaire Patrik Schick, e della Roma – come avviene in moltissimi altri casi tra le altre cose – la risposta è affermativa. Perché in pieno clima di calciomercato all’epoca del covid, tra penuria di risorse e difficoltà di movimenti in entrata e in uscita, un club come la Roma, sempre attento a quelle che sono le cose in termini di movimenti sostenibili sul fronte calciomercato, anche un’operazione (ipotetica e futuribile) come quella di un suo ex calciatore può diventare fonte di introiti.
E sì, perchè Patrik Schick è divenuto in questi giorni, stando ai rumors di mercato, l’obiettivo di acquisto del West Ham che, secondo quanto dicono in Inghilterra, avrebbe l’intenzione di sborsare 40 milioni di sterline (poco più di 47 milioni di euro) per ingaggiarlo.
L’attaccante, arrivato al Leverkusen dalla Roma nell’estate 2020, ha segnato 16 gol in 14 presenze in Bundesliga quest’anno. Un buon cammino, in scia di quanto visto anche in estate nell’Europeo poi vinto proprio dall’Italia.
Che cosa centra la Roma in tutto questo?
Ebbene, nell’intesa raggiunta più di un anno fa, pari a circa 26,5 milioni, la Roma aveva mantenuto una percentuale del 10%, rispetto all’eccedenza, su una futura rivendita. Un meccanismo, una clausola, che si inserisce sempre più spesso nelle operazioni di calcio mercato. Cosa implica?
Che nel caso in cui si concretizzasse il trasferimento a tali cifre, nelle casse giallorosse entreranno circa 2 milioni di euro, il 10% di 20 milioni dunque, la differenza tra il prezzo pagato dai tedeschi alla Roma e quello con cui lo acquisterebbe il West Ham. Soldi che potrebbero far comodo, in una sezione di mercato come quella invernale.