(Adnkronos) – La Roma è in ritardo sul calciomercato ma José Mourinho non è pentito di aver scelto la squadra giallorossa due anni fa. Il tecnico portoghese si confessa in una lunga intervista al Corriere dello Sport. “Mi riesce impossibile dire che sono contento. Però sostenere che sono in guerra aperta con la società, con Pinto, che non sono felice, è sbagliatissimo. Pinto sa che siamo in ritardo, anche la proprietà lo sa, alla fine quello che soffre veramente è chi lavora e chi contro la Salernitana dovrà entrare in campo con la miglior squadra possibile”, dice lo Special One allargando il discorso al rapporto con il direttore sportivo Tiago Pinto.
“Firmai per la Roma perché quando incontrai i Friedkin mi piacque molto il loro modo di parlare. Quelle parole mi toccarono nel profondo, di questo avevo bisogno. ‘Pensiamo che tu sia la persona giusta per aiutarci a rendere la Roma un club più grande’, aggiunsero. Trasmisero il loro entusiasmo, mi piacque la prospettiva di un progetto diverso, tre anni di contratto, una crescita progressiva, qualcosa che in precedenza non avevo mai preso in considerazione”, dice ripercorrendo il rapporto col club. In questi due anni ha vissuto momenti di sconforto? “Frustrazione si, momenti di frustrazione. Il primo anno conoscevo la situazione, percepivo la voglia della proprietà di crescere e ho pensato: ok, questo è perfetto per me. Un profilo come Il mio, uno che ha vinto tanto, di solito non accetta facilmente un progetto potenzialmente minore. Mi viene in mente solo Ancelotti all’Everton”.
Mai pensato di andar via dopo la finale di Europa League persa? “No”. Mourinho, però, ammette contatti con l’Arabia Saudita. Chi lo ha cercato? “Al-Hilal e Al-Ahli. Prima di andare all’incontro ho informato la proprietà chiarendo che non avevo intenzione di accettare. A casa ho detto esattamente la stessa cosa. Per un lato mi sentivo prigioniero de a parola data ai giocatori a Budapest e ai tifosi dopo lo Spezia, mimando la permanenza. Ma se mi chiedi se non ho accettato soltanto per questo motivo, rispondo di no, non solo per questo”.