“La Roma aspetta da venti anni di vincere nuovamente il campionato. La ‘piazza’ c’è, la società oggi c’è, secondo me non sono state fatte valutazioni giuste sulla composizione della squadra”. Lo afferma in una intervista all’AdnKronos Zdeněk Zeman, allenatore del Foggia commentando il ‘momento’ della squadra capitolina da lui allenata. “Vediamo se a gennaio – aggiunge Zeman- riescono a migliorare anche se poi la Roma e’ la squadra che ha speso più di tutti”.
A precisa domanda sull’attuale allenatore della squadra giallorossa, il mister boemo risponde che “per me Mourinho è un grande comunicatore, riesce a esprimere le sue idee per convincere chi lo ascolta”.
Parlando poi degli azzurri di Roberto Mancini in vista della partita in Irlanda del Nord per le qualificazioni ai campionati del mondo, il mister boemo osserva come “di solito, la nazionale e’ l’immagine del campionato. Penso che in quello italiano, a parte che giocano troppi stranieri, anche gli infortuni di giocatori importanti hanno sicuramente influito sull’attuale valore della squadra. Ma riuscirà a qualificarsi ai mondiali e poi tutto si aggiusterà nuovamente”. Zdeněk Zeman, l’allenatore del Foggia che oggi alle ore 15 affronterà il Catania, in occasione della 14esima giornata di campionato del campionato di serie C, ricorda poi i suoi trascorsi in Sicilia:”qui ho trascorso 15 anni, stavo bene, sono stato trattato bene, ho fatto il mio mestiere con soddisfazione a Palermo, Licata e Messina”. Alla domanda sulla ultra decennale assenza delle maggiori squadre siciliane dalla seria A, quando Palermo,Catania e Messina militavano contemporaneamente nella massima serie, Zeman evidenzia che “il calcio e’ diventato business. Una volta in Sicilia si faceva calcio per passione, oggi la passione non basta. Ci vogliono imprenditori, gente che capisce di calcio ma oggi purtroppo qui non se ne trovano”.
L’allenatore boemo,infine, esprime all’AdnKronos la sua soddisfazione per le sue mille panchine: “sono tante. C’è pure qualche panchina all’estero, anche quelle contano. Sono contento di averle fatte e che mi hanno permesso di farle”.
(di Francesco Bianco)