Grandi parate dei portieri, sfortuna (pali e traverse che fioccano), attaccanti senza l’istint killer (un vizio capitale nel gioco del calcio) e la Roma di Salisburgo somiglia pericolosamente a quella di Lecce. Nel dominio della gara e nei rimpianti. Che nel caso della gara d’andata dei playout di Europa Leaugue significa compromettere in parte una qualificazione dimostratasi alla portata dei giallorossi. Che in Austria soffrono i primi 15’ aggressivi dei padroni di casa per poi tenere bene il campo e sciupare tutto in fase di conclusione.
Non solo demerito delle punte comunque perché anche due contropiedi portati da Zalewski e Pellegrini gridano ancora vendetta. Con Rui Patricio inoperoso e senza voto (solo tiri dalla distanza senza mai inquadrare la porta per lui) la squadra di Mourinho ha saputo dettare i ritmi della gara non dando mai la sensazione di uscire sconfitta dal campo. Ma è evidente (soprattutto a chi scrive, che già nella sala stampa di Salerno- alla prima giornata di campionato- pose la questione al tecnico) che non può essere un caso la mira sbilenca degli avanti giallorossi. Il goal fallito da Belotti fa venire in mente l’altro, a zero metri dalla porta, alla sua prima con la maglia della Roma mentre Abraham, che pure sta vivendo il suo miglior momento da inizio stagione per voglia e condizione atletica, dimostra di non avere in dote ciò che fa la differenza tra un buon attaccante e un bomber di razza.
Peccato davvero perché ora all’Olimpico, giovedì prossimo, servirà l’impresa. Non tanto per il risultato (occorrono comunque due goal di scarto per la qualificazione diretta) quanto piuttosto per la tenuta fisica di un gruppo chiamato agli straordinari nella doppia corsa campionato- Europa League.
Discorso a parte per Djbala, con l’ennesimo infortunio muscolare del giocatore a dimostrare la sua innata fragilità fisica (e perché altro la Juve decise di non rinnovargli il contratto?) che in una squadra come la Roma, incapace di farne a meno, pende come una spada di Damocle sull’esito della stagione.
Ed ora testa al Verona, impegno non facile vista la condizione psicofisica degli scaligeri tornati prepotentemente in corsa per la salvezza. Impossibile pensare ad una conferma di Cristante e Matic a centrocampo e allora spazio a forze fresche e corsa (Bove, Camara) per non andare incontro a brutte sorprese.
Rui Patricio Ng, Mancini 6, Smalling 6, Ibanez 6, Zalewski 6, Cristante 6, Matic 6 , El Shaarawy 6,5, Dybala 5 (dal 46’ Celik 6), Pellegrini 5,5 (dal 73’ Wijnaldum ng), Abraham 6 (dal 73’ Belotti 5,5). All. Mourinho 6
Claudio Fontanini