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Calcio femminile, la protesta delle calciatrici: “Il sistema va riformato”

Per un calcio che riparte ce n’è un altro che attende spiegazioni. E’ quello femminile, che aspetta ancora di sapere quale sarà il suo futuro. In tutti i sensi. Mancano risposte su vari livelli: la prima, la più pratica: quando riparte il campionato? Si deciderà con ogni probabilità oggi nel corso del consiglio federale che molto schiarirà sulla situazione nebulosa legata al sistema calcio, non solo professionistico.

Un clima di incertezza fiorito in un momento in cui, il calcio femminile, dopo il Mondiale dello scorso anno, aveva vissuto un’impennata di popolarità, bruscamente frenata dall’emergenza. Il timore da parte delle parti in causa è quello di perdere per strada il lavoro fatto in questi anni, i successi ottenuti con fatica. Per questo le calciatrici, attraverso un comunicato diffuso da Assocalciatori, hanno voluto far sentire la loro voce: “Alla vigilia della decisione sulla eventuale ripresa della Serie A Femminile di calcio, teniamo molto a chiarire quello che è il nostro stato d’animo attuale e quelli che sono i pensieri che abbiamo maturato”, hanno scritto.

“Confuse ma unite”

Un lungo comunicato in cui le calciatrici hanno fatto valere la loro posizione in merito al sistema calcistico che, secondo loro, andrebbe riformato: “Quando è arrivato il nostro momento ci è stato detto che c’era la volontà di provare a farci proseguire per non guastare il bel percorso che il calcio femminile stava facendo nel nostro Paese. Aperte ad ogni soluzione ci siamo messe a disposizione per capire se ci fossero le adeguate condizioni per continuare. Mentre attendevamo e lavoravamo ad una ripresa, però, è anche emersa la vera realtà del nostro sport oggi. L’emergenza ha di fatto messo in luce tutte le fragilità di un sistema ancora acerbo ma promettente che stava crescendo in questi anni e che ha dovuto affrontare una fulminea e gravosissima situazione”.

Le calciatrici oggi sono molto confuse – continua la nota – Non abbiamo paura ad ammetterlo. Non lo eravamo, eravamo unite in un unico pensiero in questi mesi, ora non lo siamo. E questo perché l’attesa genera dubbi, soprattutto per come è stata vissuta.
Nonostante quanto riconosciuto, nonostante le perplessità, i dubbi, la confusione che questa attesa lunga tre mesi ha generato, ancora una volta siamo qui, a parlare con una voce comune, perché pur nelle diversità ormai più che lecite di opinione, ci siamo rese conto che invece ci sono cose che abbiamo ben chiare e su cui ci troviamo unite come e più di sempre. E allora vogliamo parlare di quello che ci unisce e di quello che alla fine riteniamo davvero importante”.

Arriva infine la richiesta: “Quello che appare in sintesi ai nostri occhi è che il nostro sistema va riformato. È tempo di decidere quale direzione dobbiamo prendere perché situazioni simili non sussistano più. Siamo le calciatrici della Serie A Femminile, si parla di noi e delle imprese della Nazionale di cui alcune di noi fanno parte e che sentiamo nostra. Ma è ora di garantire le giuste tutele a tutte quante, uno status da professioniste e condizioni reali di professionismo”, conclude il comunicato delle calciatrici.

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Luigi Base