“E’ bello vedere partite come il derby di ieri all’Olimpico, ben vengano sfide del genere, belle e avvincenti, ma dobbiamo partire da un presupposto fondamentale, Var si, Var no. Il Var per me, e credo per tutti gli arbitri e gli addetti ai lavori, sia una cosa molto positiva per il futuro del calcio, il problema è che c’è bisogno di qualche rifinitura affinché possa permettere ad arbitri, giocatori, allenatori e chi è a casa di avere la contezza di quello che accade in campo e portare l’arbitro a prendere la decisione finale giusta. Si dovrebbe sgombrare il campo da alcune problematiche sull’intervento del Var soprattutto in episodi dubbi in area”. Sono le parole dell’ex arbitro internazionale Massimo De Santis all’Adnkronos, sul derby di ieri vinto 3-2 dalla Lazio di Sarri sulla Roma di Mourinho che al termine della sfida si è molto lamentato della gestione di gara dell’arbitro Guida e di alcuni episodi chiave della gara.
“In tante situazioni, e questa è riferibile all’episodio che ha visto coinvolto Zaniolo nel primo tempo, l’arbitro pur essendo in ottima posizione, non aveva modo di controllare quanto avvenuto. L’arbitro era un in posizione frontale, vedendo solo il corpo di Zaniolo, ma senza avere la possibilità di valutare quanto avveniva alle sue spalle, questo è uno dei classici casi dove il Var doveva intervenire a prescindere. Poteva anche essere l’assistente ad aiutare l’arbitro ma purtroppo aveva un giocatore della Roma che forse non gli permetteva una visuale perfetta”, ha aggiunto De Santis.
“Se oggi avessimo preso Guida e messo davanti alle riprese televisive avrebbe concesso il calcio di rigore, che deriva da un’azione fallosa del giocatore della Lazio, che si disinteressa completamente dell’azione e con il braccio e il corpo va a spingere Zaniolo furbescamente procurandogli un danno. A quel punto, per sfortuna dell’arbitro, da questa azione esce il gol dall’altra parte, ma la decisione giusta da prendere era annullare il gol della Lazio, tornare sui propri passi e assegnare il rigore alla Roma. Ma dovremmo portare tutti ad essere abituati che questo può accadere”.