Un paesaggio infernale, con immense aree incenerite, e colonne di fumo nero e acre che, sebbene in lontananza, danno comunque idee della violenza delle fiamme che, da giorni continuano ad ardere l’Aspromonte. La Calabria è davvero in emergenza, così come la Sicilia.
Una situazione disastrosa che ha indotto il premier paghi a chiamare Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, per esprimere la propria vicinanza e solidarietà alle tante comunità montane coinvolti dai disastrosi roghi.
Incendi che, non dimentichiamo, qui ad oggi hanno fatto 4 vittime.
Al telefono il presidente del Consiglio ha affermato che “Il governo segue con apprensione le vicende in tutte le aree del Paese interessate dall’emergenza incendi e metterà in cantiere un programma di ristori per le persone e le imprese colpite, insieme a un piano straordinario di rimboschimento e messa in sicurezza del territorio“.
Una chiamata che il primo cittadino calabrese ha poi definito “Segnale positivo di vicinanza alla nostra comunità da parte del Presidente. Domani il Capo del Dipartimento di Protezione civile Fabrizio Curcio sarà in Calabria per verificare situazione, guidare le operazioni di spegnimento degli incendi e fare il punto su messa in sicurezza aree andate distrutte”.
In attesa dell’arrivo del Capo della Protezione Civile, facendo il punto della situazione, Carlo Metelli, comandante provinciale dei Vigli del Fuoco di Reggio Calabria, ha spiegato che “La particolarità di questa emergenza è che i roghi sono partiti in più punti e poi si sono uniti. Abbiamo avuto temperature elevatissime e in questa provincia non piove da 5-6 mesi, quindi la vegetazione è secca, e questo mix ha aumentato la suscettività“.
Basti pensare che ieri, alla stessa ora, si contavano qualcosa come ben 54 interventi per i vigili del fuoco locali, cosa mai accaduta. Infatti, come ha rimarcato il comandante, si tratta di “Una situazione non conosciuta a memoria d’uomo qui a Reggio Calabria, dove c’è un comando abituato a occuparsi di incendi boschivi. Credo che non sia mai successo. La cosa positiva è che oggi è un po’ meno caldo ed è cessato il vento, quindi stiamo registrando una sensibile diminuzione degli interventi. In questo momento stiamo gestendo 16 schede che è un numero importante ma niente a paragone di quanto accaduto ieri. Anche il personale della sala operativa era stremato ieri sera”.
Nello specifico ha poi aggiunto il Com. Metelli, “in questo momento le squadre sono impegnate nel Comune di San Luca, dove sta bruciando il parco nazionale dell’Aspromonte. Oltre alle squadre di Calabria Verde, ci sono un Gruppo operativo speciale e due squadre dei Vigili del fuoco. L’area è molto vasta e ha una grande valenza ambientale. Nella zona di Grotteria e Mammola le fiamme si avvicinano ai centri abitati e nel Comune di San Giovanni di Gerace stiamo operando anche con il supporto della flotta area. In questo momento ci sono in azione due canadair, di cui uno della flotta francese. Alle 13.30 – spiega ancora il responsabile dei vigli del fuoco – i canadair francesi, che erano di ritorno dalla Grecia sono stati fatti scendere a Lamezia Terme riforniti e ci stanno dando una mano in Regione Calabria”.
Particolarmente in apprensione, a ragione, don Tonino Saracco, Rettore del Santuario della Madonna di Polsi (nel bel mezzo dell’Aspromonte), che ripete: “La situazione non è bella: i roghi continuano ad avanzare. Siamo isolati ormai da 4 giorni e non sappiamo per quanto tempo ancora lo saremo. Ci sono diversi focolai attualmente e i Canadair stanno cercando di spegnerli. La strada principale è bloccata dalle fiamme“.
Come dicevamo, oltre che in Calabria, i vasti incendi stanno divorando anche il patrimonio boschivo siciliano. Qui oltretutto, in virtù dei 48.8 gradi registrati in diverse località, definire questi meravigliosi luoghi un inferno può sembrare una bestemmia. Purtroppo però, anche sotto l’aspetto delle temperature, il bollino rosso è una costante, e per domani la Protezione civile regionale ha diramato un bollettino che indica il massimo livello di allerta, riferito alle Palermo, Catania, Enna, Agrigento e Caltanissetta.
Come dicevamo però anche qui le fiamme stanno facendo sfraceli, ed il Wwf ha redatto uno specifico documento indirizzato alle autorità, compresa Matilde Pirrera, prefetto di Enna, alla quale è stato chiesto di adoperarsi “con la massima urgenza per richiedere ai competenti organi statali l’attivazione dell’intervento per pubbliche calamità delle Forze Armate, in concorso con le altre forze attualmente in campo nella lotta agli incendi“. Il documento parla chiaro, denunciando “la situazione di grave, estesa e duratura emergenza degli incendi, in particolare nel territorio della provincia di Enna, richiede interventi straordinari e scelte risolute“.
Come spiega ancora il Wwf, ”I gravissimi incendi delle ultime ore a Pergusa dimostrano chiaramente l’attacco, preordinato ed organizzato, nei confronti delle aree boschive, del paesaggio, della biodiversità, delle attività economiche e persino della pubblica e privata incolumità di interi centri abitati“. Dunque, l’intervento dell’Esercito, servirebbe anche per “rafforzare il controllo del territorio nelle giornate a rischio, anche inibendo l’accesso senza giustificato motivo alle aree boschive”. Come rimarca il presidente del Wwf Sicilia Centrale, Ennio Bonfanti, “Risulta ormai evidente ed improcrastinabile l’esigenza di impiegare nuove forze dello Stato per far fronte alla straordinaria e grave emergenza“.
Nel ragusano intanto son ancora attivi dei focolai nell’area di Calaforno, tra Giarratana e Monterosso e, spiega il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, tornando da un sopralluogo compiuto insieme ai vertici delle forze dell’ordine locali, ”Le aree degli incendi non sono collegate tra loro e ciò fa presumere la natura dolosa degli eventi: le autorità competenti hanno avviato le indagini per scovare chi si fosse macchiato di un reato talmente spregevole che merita sanzioni severissime. Il Centro di coordinamento dei soccorsi, che opera sotto la regia del prefetto, è in costante collegamento con le autorità regionali e nazionali e la macchina dei soccorsi, predisposta per tempo, continua quindi a operare efficacemente. E oggettivamente impossibile presidiare ogni angolo di bosco o di campagna, per cui tutti sono invitati a segnalare immediatamente ai Vigili del fuoco o alla protezione civile qualunque principio di incendio“.
Purtroppo i roghi di questi giorni hanno finito per devastare le Madonie, polverizzando acri ricchi di vegetazione e macchia mediterranea. I comuni di Gangi, Geraci Siculo, Petralia Soprana e Sottana, San Mauro Castelverde, Polizzi Generosa, hanno pagato duramente, rimettendoci non soltanto le abitazioni, ma anche le aziende agricole. In tutto ciò la stagione estiva sembra essere irrimediabilmente persa. Tuttavia Francesco Migliazzo, sindaco di Gangi e presidente del Gal (Gruppo di Azione Locale), sul crederci e lancia un appello affinché i turisti non rinuncino a visitare questi meravigliosi paesaggi: “Il miglior aiuto che in questo momento può arrivarci, è proprio continuare a venire a visitare i nostri paesi, rinunciando purtroppo a godere delle nostre bellezze naturalistiche, devastate da mani criminali, e puntando sul nostro patrimonio storico e culturale“.
Max