Quando morì Pier Paolo Pasolini, per altro in modo ripugnante, giustamente nel Paese risuonò la condanna “hanno ucciso la Cultura”. In realtà il danno fu ancora di gran lunga maggiore: con l’indimenticato poeta-regista-scrittore-pensatore d’origini friulane, l’Italia perdeva soprattutto un grande ‘intellettuale’ (da non confondere con un ‘erudito’, magari con 3 lauree, ma nella sostanza comunque un ‘cretino’!), ovvero una mente ‘altra’, superiore, capace di ‘leggere’ tra le righe un fatto o un concetto, senza nessun tipo di condizionamento politico o religioso; una testa libera e colta, caratterizzata dalla coerenza e da una fluidità di pensiero libero, e per questo spesso anche scomoda, quando non addirittura – per i costumi dell’epoca – ‘oltraggiosa’.
Una figura quindi per lo più ‘invisa al potere’ quella dell’intellettuale, tanto è che oggi in Italia non si arriva a contarne sulle dita di una mano.
Oggi, soprattutto in televisione, ‘funzionano’ gli ‘pseudo-colti’, personaggi pittoreschi, eruditi dal linguaggio loquace, però ammiccanti al potere e dunque socialmente ‘inutili’ ai fini della giustizia sociale. Vi sono tuttavia ‘eccezioni’, persone ‘allenate’ all’analisi della nostra società, pensatori liberi per nulla disposti a sposare interessi di parte, che hanno il coraggio di affermare ciò che pensano, spesso contraddicendo anche i loro stessi sostenitori. Tra questi vi è il filosofo Massimo Cacciari il quale, senza farsi troppi problemi, mostra sempre il coraggio di sposare le verità più scomode.
Oggi ad esempio, in occasione dell’attesa parata russa nella Piazza di Mosca, dove veniva celebrata la 77ima Giornata della vittoria contro il Nazismo, al termine dell’intervento di Putin, Cacciari ha replicato: ”C’è davvero qualche coglione che si aspettava che oggi Putin dichiarasse guerra agli Stati Uniti? O alla Polonia o all’Italia? E’ pieno di cretini che non fanno altro che soffiare sul fuoco, e che sperano che Putin dichiari guerra all’Occidente, che non vedono l’ora di vedere un bel fungo atomico. Non si è aperto nessun tavolo di trattativa, che cosa ci si poteva aspettare dal discorso? E’ stata una normale celebrazione dell’anniversario della vittoria contro il nazismo, ed ora lui procede come stava procedendo“.
Allo stesso modo, con altrettanta lucidità, in merito all’attacco all’Ucraina, il Professore veneziano ha aggiunto “Se fosse stata un’azione preventiva è un’azione totalmente sballata anche per gli interessi russi, che ha ottenuto l’opposto rispetto a quello che si prefiggeva. Erronea politicamente, economicamente e militarmente. Un’azione controproducente per la quale Putin meriterebbe di essere defenestrato, per il bene della Russia, non degli Stati Uniti“.
Dunque, osserva Cacciari, “Putin ha sbagliato completamente strategia. Poteva rivendicare o imporre un’autodeterminazione per il Donbass, quindi fare un’operazione limitata al Donbass, che era stato appena attaccato dall’esercito ucraino un’ora dopo un referendum che aveva stabilito la sua annessione alla Russia. Invece è andato diretto giù per Kiev mettendo a rischio la sovranità ucraina”.
Quanto agli scenari più probabili da aspettarsi ora, Cacciari ‘avverte’: “Se siamo governati da pazzi andiamo incontro alla terza guerra mondiale, se siamo governati da relativamente pazzi ci sarà una guerra da qui a non so quando, se siamo governati da persone soltanto leggermente ragionevoli, si può chiudere in due giorni trovando un accordo”.
Scusate se è poco…
Max