Sale ulteriormente la tensione a Bruxelles dopo che nel corso di alcune perquisizioni effettuate in serata nel quartiere di Schaerbeek la polizia ha trovato, oltre a un ordigno esplosivo ed una bandiera dello Stato Islamico, anche agenti chimici. Ovviamente la presenza di questultimi elementi fa paura perché luso di agenti chimici da parte dei terroristi significherebbe un salto di qualità nelle loro aberranti azioni, ancora più complicato da prevedere e contrastare. Nel frattempo, con unallerta estesa a tutta lEuropa, dopo averlo identificato attraverso le videocamere poste allinterno dellaeroporto di Zaventem, le forze dellordine del Belgio sta ricercando il terzo uomo del commando suicida. Giaccone bianco, un cappello nero, il ricercato nei video compare accanto ai due uomini in abito identico (pantaloni kaki e giacca scura) e, particolare raccapricciante, un unico guanto nella mano sinistra a coprire il detonatore. Onde evitare fughe di notizie, sulle prime era stata diffusa una immagine con l’inquadratura ridotta solo ai due kamikaze morti. In seguito è stato l’ufficio del procuratore federale belga a confermare la presenza di una terza persona, quando è stato ufficializzato il ritrovamento di una terza bomba inutilizzata, poi fatta esplodere in seguito con una detonazione controllata. Tuttavia da quanto dichiarato da Lodewijk De Witte, governatore della provincia del Brabant fiammingo, il terzo ordigno “non è esploso”, e duqnue solo per un caso il terzo kamikaze avrebbe deciso di fuggire via. La pubblicazione dellimmagine del terzo uomo, sarebbe stata resa nota per sensibilizzare la cittadinanza a prendere parte attiva alle ricerche. Le autorità hanno infatti invitato “chiunque sia in grado di riconoscere l’individuo o ha informazioni sull’attacco” a contattare un numero verde della polizia. Viene assicurata “la massima discrezione”. Intanto, sul fronte dellattentato allinterno della metropolitana di Maelbeek, un secondo uomo sarebbe riuscito a fuggire ed è anche lui è ricercato dalle autorità. “Rinnoviamo la nostra condanna e la nostra solidarietà alle famiglie delle vittime’’, è il pensiero dell’Imam Yahya Pallavicini, vice presidente della Co.re.is (Comunità religiosa islamica italiana), che ha commentato le stragi di questa mattina spiegando allagenzia di stampa AdnKronos: “siamo molto preoccupati per questa escalation di violenza e strumentalizzazione della religione che va di pari passo con gli errori nelle politiche di integrazione, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni cresciute in Europa’’. Secondo l’Imam ’’è necessario creare i presupposti che portino a un forte senso di appartenenza all’Occidente e a una convinta simpatia per la nostra società. Se ci si limita solo ad accogliere come si fa con le merci senza rivalorizzare un senso di identità europea – aggiunge Pallavicini – alla fine molti giovani, non sapendo perché si trovano in un Paese, vedono nell’Isis una valida alternativa’’. A tal proposito il vice presidente della Comunità religiosa islamica italiana porta lesempio della Francia: “Ci sono molti musulmani nati e cresciuti in Francia ma che sono stati ghettizzati e non si sono mai sentiti parte della patria e della società in cui vivono. Stessa cosa in Belgio dove in alcuni quartieri di periferia sembra di stare a Casablanca’’. Se ne deduce quindi che ’’se si trapianta il disagio e la miseria culturale e sociale del Nord Africa in alcuni quartieri, i figli cresciuti in questo contesto si sentono spaesati nei confronti della Nazione in cui vivono. E questa mancanza di una chiarezza identitaria apre le porte ai falsi predicatori, alle manipolazioni dell’Isis e all’idea di trasformarsi in giustizialisti’’.
M.