“Siamo ancora qui a protestare contro la buona scuola. Crediamo che questa riforma si possa ancora ritirare. Contestiamo tutto, anche il bonus da 500 euro che consideriamo un tappa bocca, una elemosina”. ’’Noi sosteniamo la legge di iniziativa popolare (Lip) che è per una scuola costituzionale in nome dell’art.33 sulla libertà di insegnamento”. Non sappiamo come e quanto inciderà sul loro futuro questa convinta protesta, che nemmeno una giornata tipicamente autunnale e piovosa li ha convinti a deistere. E’ il presidio speranzoso ed ostinato quello degli insegnanti e dei precari, che si sono dati appuntamento davanti al Miur di Viale Trastevere, per quello che hanno ribattezzato come una ’notte bianca’ contro la riforma della scuola. Un ’sit-in bagnato’, ideato da varie sigle, tra le quali anche il ’coordinamento precari scuola’, gli ’auto convocati scuola’, il ’comitato per il sostegno alla legge di iniziativa popolare per la buona scuola per la Repubblica’, e gli Unicobas. Tutti uniti e compatti per dire no a quella che qualcuno si è affrettato a definire la ’buona scuola’ targata Renzi. Negli stessi istanti, al riparo dagli elementi atmosferici, ha avuto luogo l’incontro fra il ministro dell’istruzione Stefania Giannini e i sindacati di categoria sull’attuazione della riforma della scuola. ’’Mi auguro che sia un incontro di apertura per riaprire un dialogo, anzi aprire visto che non c’è mai stato – ha detto il segretario generale di Uil-scuola, Pino Turi, entrando al Miur per il ’confronto’ – Bisogna vedere se il governo e il ministro hanno la stessa intenzione. Con il clima che c’è avrebbe tutto l’interesse ad aprire un dialogo con il mondo della scuola attraverso i sindacati’’. Per quel che concerne le cosiddette ’linee programmatiche del P.O.F’, stando ai dettami della ’buona scuola’ verrebbero indicate dal dirigente scolastico, nonostante quanto previsto nell’art.33 che ’garantisce la libertà di insegnamento’, e “questo – fanno notare gli insegnanti – è il primo principio costituzionale che viene tradito da questa riforma’’. Non scampa alla protesta, ovviamente, anche il bonus per la formazione: ’’Ringraziamo Renzi – tengono a sottolineare i manifestanti – per i 500 euro per noi docenti di ruolo, come se solo noi dovessimo fare auto-formazione e non anche i colleghi precari che sono validissimi. Io li rifiuto i 500 euro, li rimetto al mittente. Vorrei piuttosto il rinnovo del contratto collettivo che è fermo dal 2006. Se andiamo a contabilizzare tutti gli scatti arretrati, altro che 500 euro una tantum’’.
Max