Sospesi da scuola per un episodio di bullismo, durante la gita scolastica a Roma, ma difesi a spada tratta dai genitori, per i quali la punizione è esagerata. “Rischiano di perdere un anno per uno scherzo”, è la difesa dei ragazzi, tutti minorenni. Ma la scuola difende la decisione: “Episodio grave. Siamo dovuti intervenire con fermezza per far capire quali sono i limiti, il rispetto delle norme”. A rivelare il caso è il quotidiano La Stampa. Gli studenti, 15 e 16 anni, sono in gita a Roma. All’insaputa dei professori, una quindicina di loro si dà appuntamento in una delle stanze dell’albergo in cui sono alloggiati. Ridono, scherzano, poi prendono di mira uno di loro, forse ubriaco. Lo spogliano, lo depilano e lo ’decorano’ con delle caramelle. Il tutto viene filmato con un cellulare. La ripresa, al loro ritorno a Cuneo, dove vivono e studiano, inizia a circolare via Whatsapp. Se ne accorgono anche i professori, che convocano i genitori e fanno scattare la punizione: per quattordici di loro arriva la sospensione, il 4 in condotta per tutti gli altri, che significa perdere l’anno. Sono gli stessi genitori a chiamare il quotidiano per difendere i propri ragazzi: “Li condannano a perdere l’anno, una rovina per molti con quello che oggi costa frequentare un liceo”.