Ormai, vista la vasta eco suscitata, quella della euro-ripresa economica non p più una novità, ma Mario Draghi, presidente della Bce, ha voluto sottolineare che “i rischi al ribasso che vengono dalla crescita e dal commercio globali sono chiaramente visibili. Mentre la domanda esterna si è contratta spiega Draghi- le quote di mercato delle esportazioni dell’area dell’euro sono aumentate. Il minor costo dell’energia e delle nostre misure di politica monetaria stanno sostenendo i consumi e la formazione di nuovo capitale”. Dunque ne consegue che la fase inflazionistica “si è un po’ indebolita, a causa principalmente dei minori prezzi del petrolio e degli effetti ritardati del tasso di cambio dell’euro più forte visto nella prima parte dell’anno. I segni di una sostenuta inversione di tendenza sostenuta dell’inflazione aggiunge il presidente della Bce – si sono un po’ indeboliti. Una normalizzazione dell’inflazione potrebbe richiedere più tempo di quanto previsto a marzo”. E quindi evidente che detta ripresa “sta procedendo moderatamente, finora l’attività economica nell’area euro ha mostrato un certo grado di resistenza di fronte alle influenze esterne che tendono a indebolire la domanda”. E ancora: “se dovessimo concludere che il nostro obiettivo della stabilità dei prezzi a medio termine è a rischio, ci comporteremmo utilizzando tutti gli strumenti disponibili all’interno del nostro mandato per garantire che un adeguato livello di accomodamento monetario sia mantenuto”, ha annunciato Draghi, anticipèando che nel prossimo incontro di dicembre la Bce utilizzerà ogni suo mezzo a disposizione per garantire la stabilità dei prezzi.
Max