“La Turchia è pronta a lavorare con l’Ue e anche ad essere un membro dell’Ue”. La prima richiesta per lannessione alla Comunità Economica Europea risale all’aprile del 1987, ed oggi Ahmet Davutoglu, premier turco, nellambito del vertice di Bruxelles con i 28 capi di Stato e di governo dell’Ue, semina ottimismo: “Siamo tutti colleghi che lavorano insieme, gomito a gomito, per il futuro del nostro continente. Dopo 3 mesi torno a Bruxelles per il secondo vertice tra la Turchia e lEuropa ha spiegato il premier ottomano e questo dimostra quanto la Turchia sia indispensabile per l’Ue e viceversa. Abbiamo molte sfide davanti a noi e l’unico modo per rispondere è la solidarietà, la solidarietà nel nostro continente. Dobbiamo guardare all’intero quadro del nostro continente, non solo all’immigrazione irregolare. Sono contento che oggi tra i leader europei ci sia una consapevolezza molto più intensa dell’importanza di queste sfide. Ieri abbiamo avuto un incontro molto fruttuoso con la cancelliera Angela Merkel e con il premier olandese Mark Rutte ha detto ancora Davutoglu – siamo tutti colleghi. Sono sicuro che queste sfide verranno risolte attraverso la cooperazione. Spero che questo summit si focalizzi non solo sull’immigrazione irregolare, ma anche sul procedimento di accesso della Turchia all’Ue”, cosa che costituirebbe “un punto di svolta nelle nostre relazioni”. Dal canto suo, entrando nel vivo delle questioni, la cancelliera Angela Merkel (indicata come una tra i contrari alla possibilità di dichiarare chiusa la rotta dei Balcani occidentali seguita dai migranti per arrivare nel nord Europa), ha rimarcato che la riduzione del flusso dei migranti in arrivo deve inevitabilmente essere frutto diuna “soluzione sostenibile da ricercarsi assieme alla Turchia”, affinchèil numero di arrivi sia ridotto “per tutti i paesi, compresa la Grecia”. La Merkel ha così rimarcato come l’approccio Ue non possa essere quello di “chiudere l’una o l’altra cosa”. Favorevole al ruolo della Turchia a guardia dei confini), anche il leader franceseFrancois Hollande, il quale sottolinea però che l’Ue deve esercitare “una vigilanza estrema” nei confronti di Ankaraper quanto riguarda per esempio la libertà di stampa: “Il piano è semplice da enunciare, ma difficile da mettere in pratica – ha dichiarato Hollande – si tratta della sicurezza delle frontiere esterne, della cooperazione con la Turchia e della solidarietà con la Grecia, questa è la posizione che difenderà la Francia”. In merito invece alla posizione della Gran Bretagna rispetto ad un sistema comune di asilo europeo, il premier britannicoDavid Cameronafferma che “Non ci sono prospettive. Noi abbiamo un opt out solido come una roccia. Noi non siamo in Schengen abbiamo il nostro confine, per cui i migranti che arrivano in Europa non sono in grado di entrare da noi”. Ma è comunque importante che aiutiamo l’Europa ad assicurare il suo confine esterno ha precisato Cameron – ed è per questo che stiamo mandando le navi britanniche a pattugliare l’Egeo. La questione migranti al suo paese è molto cara, ed Alexis Tsipras, primo ministro greco, spiega che “ci sono accordi che non sono stati implementati, e questo è un problema. Se ci sono accordi che non vengono implementati, non ci sono affatto accordi”. Perché l’afflusso di migranti “è un nostro problema comune, un problema europeo ha aggiunto ancora il primi ministro greco continua – dobbiamo trovare soluzioni comuni. Abbiamo una situazione difficile da affrontare. Mi auguro di avere risultati sostanziali da questo incontro, per implementare il piano di azione, diminuire gli afflussi in modo sostanziale e rompere le reti dei trafficanti”. Intanto il ’Finacial Times’ rivela che Ankara avrebbe chiesto un aumento dei fondi già concordati con l’Ue (i tre miliardi di euro decisi a novembre scorso, per la copertura tra l’altro dei costi per la sanità e l’istruzione dei rifugiati siriani), un accesso più rapido ai visti Schengen per i cittadini turchi ed un’accelerazione del suo processo di adesione all’Unione Europea.
M.