Il giorno dopo la discesa in campo di Luigi Brugnaro con ‘Coraggio Italia’ che strappa in un solo colpo a Silvio Berlusconi 12 azzurri, in casa Forza Italia si leccano le ferite e provano a rilanciare. ”Fi è e resta la casa dei moderati e Berlusconi resta in nostro punto di riferimento” è il coro unanime. Da Arcore trapela ancora irritazione per “l’operazione trasformistica” lanciata da Giovanni Toti insieme al sindaco di Venezia, che non andrà lontano ed è destinata all’insuccesso come tutti i protagonisti delle precedenti ‘scissioni’.
Anche oggi Silvio Berlusconi tace. Al posto suo parla Antonio Tajani per rivendicare che “Fi è l’unica grande forza politica liberale, cristiana, europeista, garantista, che è radicata nel Paese e gode di autentico consenso fra gli italiani”. Il coordinatore nazionale azzurro ribadisce la lealtà al governo Draghi che il partito del Cav ha contribuito a far nascere e assicura che ”Fi continuerà a rinnovarsi”, tant’è che “in autunno saranno convocati i congressi comunali e provinciali”.
Le sue parole, però, raccontano, non avrebbero del tutto rasserenato gli animi. Sotto il tappeto cova il malcontento. E Brugnaro vuol battere il ferro finché è caldo: non a caso, in serata ostenta ottimismo e annuncia ”Arriveranno altri in ‘Coraggio Italia”. Come per dire: non è finita qui. Roberto Occhiuto, capogruppo forzista alla Camera, convocherà ai primi di giugno l’assemblea dei deputati per un confronto interno e intanto rassicura i suoi: avanti con fiducia, quello che abbiamo, l’8 per cento, grazie al nostro leader Berlusconi, può essere per noi un punto di partenza, mentre per altri è un traguardo che non raggiungeranno mai…
Le due ministre Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, esponenti dell’ala governativa-moderata di Fi, chiedono di aprire subito una riflessione interna e gettare le basi del rilancio per scongiurare il rischio di nuovi strappi e ‘fughe’ di deputati e senatori insofferenti. “L’iniziativa di Brugnaro e Toti rappresenta sicuramente un danno per noi che doveva e poteva essere evitato”, avverte Carfagna che aggiunge: “Spero che i vertici di Fi capiscano che c’è bisogno di riaprire un dibattito interno se non vogliamo che a questa scissione ne seguano anche altre”.
Gelmini si dice amareggiata per le voci apparse sulla stampa e rifiuta l’etichetta di ‘cospiratrice’ che qualcuno tenta di affibbiargli solo per alimentare ulteriori polemiche e dividere Fi, facendo il gioco di chi, invece, punta a mangiarsela: ”Dobbiamo continuare a essere l’unico punto di riferimento per quell’area del Paese che si riconosce nei valori moderati, europeisti e liberali”, ma ”facciamolo in fretta, c’è ancora tempo per recuperare”. Gelmini è preoccupata: ”Non si sottovaluti il malumore crescente di alcuni colleghi”.