(Adnkronos) – Bruce Springsteen arriva in Italia. Tre date, attese da sette anni, per il ‘mini tour’ del Boss e la sua The E Street Band nel nostro Paese che comincia da Ferrara il 18 maggio al Parco urbano Giorgio Bassani, prosegue il 21 maggio al Circo Massimo di Roma e si chiude il 25 luglio al Prato della Gerascia, nell’Autodromo Nazionale di Monza, data che chiuderà anche il tour europeo 2023. Quasi tre ore di show per un tutto esaurito registrato da mesi, che segna un boom di presenze, come spiega l’organizzatore dei concerti di Springsteen in Italia, Claudio Trotta: “Avremo 49.800 persone a Ferrara, 60mila a Roma e 70mila a Monza. A Roma e a Monza avremmo potuto avere presenze superiori, ma per mia scelta reputo che 70 mila persone al Circo Massimo siano troppe, stesso discorso per Monza”, dice.
Bruce Springsteen and The E Street Band si esibiranno a Ferrara per la prima volta: “E’ un momento importante per la città – dice il sindaco di Ferrara Alan Fabbri – E’ un po’ che ci lavoriamo e che ci crediamo e vediamo ora realizzarsi un sogno per noi importantissimo. Non è stato un percorso facile, abbiamo fatto una cosa che a Ferrara credo non si sia mai verificata. Essere inseriti in un cartellone così importante con città capitali d’Italia e del mondo per noi è un momento di grande visibilità”. “Raccogliamo il testimone di Parigi, dove Bruce si esibirà prima di Ferrara. Abbiamo lavorato prestando attenzione a tutti i contesti logistici, organizzativi e di tutela ambientale -gli fa eco l’assessore alla Cultura del comune di Ferrara Marco Gulinelli- Ci sono oltre 200 persone al lavoro e aspettiamo altre 200 persone dello staff americano. Sono concerti che si contraddistinguono per la grande attenzione nell’allestimento”.
Una scaletta destinata a far sognare i fan per tre intense ore (“sarà più o meno identica quasi ovunque, così come quella degli Stati Uniti, e non credo ci saranno canzoni a richiesta”, spiega Trotta),. Da ‘No Surrender’, con cui si apre il concerto, a pezzi della storia del rock, come ‘Dancing In The Dark’, ‘Badlands’, ‘Tenth Avenue Freeze-Out’, ‘Glory Days’, ‘Wrecking Ball’, ‘The Rising’, ‘Thunder Road’, ‘Born In The Usa’, ‘Born To Run’, insieme a ‘Only the Strong Survive’ e la celeberrima ‘Nightshift’ dei Commodores (dal recente ‘Only the strong survive’, pubblicato alla fine dello scorso anno, già certificato Disco d’Oro in Italia, inciso da Springsteen per celebrare la musica soul).
Facendo un paragone con alcuni grandi performer italiani, Trotta spiega: “Bruce è stato Enzo Iannacci, ora è più Giorgio Gaber -dice- Nel senso che nello spettacolo c’è una struttura teatrale, di costruzione dello show che non è quella caciarona di Iannacci ma è quella molto precisa e rigorosa alla Giorgio Gaber”. Il manager accenna poi, sollecitato dalle domande dei giornalisti, alla ‘polemica’ sollevata da alcuni per i prezzi del concerto, giudicati alti: “Prezzi troppo alti? Mi viene da ridere. Credo siate a conoscenza dei prezzi di Bono, Peter Gabriel e potrei andare avanti. Di cosa parliamo? I prezzi di Bruce in Italia, dove non è stato applicato il dynamic price, sono tra i più bassi del mondo. In particolare il prezzo più basso di Ferrara è il più basso di tutto il mondo. Ci si lamenta sempre, ma non è possibile accontentare tutti”, chiosa.
E lancia una stoccata forte sulla pratica del ‘secondary ticket’ che – ricorda – “in questo momento in Italia è un crimine, è perseguibile, la gente si deve informare. Questo è purtroppo uno dei mali non solo italiani”.
Il concerto potrebbe diventare un docu-film, ma non nel senso canonico del termine: “Stiamo documentando tutto ciò che stiamo facendo dal 3 maggio -spiega ancora Trotta – Abbiamo un’aspirazione artistica, potrebbe essere che prima o poi ne venga fuori un docufilm di tutto quello che accade nella preparazione e quel giorno al concerto di Bruce. Ma non sarà tutto il concerto di Bruce”. E su Amazon che ha acquistato i diritti: “Se Amazon prende questi diritti speriamo faccia un buon lavoro”.