‘Brigante se More’ è il titolo del singolare Flash mob che di qui a poco avrà luogo in piazzale del Verano (lo storico cimitero monumentale della Capitale), sotto il manifesto affisso in occasione del 13 febbraio, giorno per la memoria delle vittime meridionali per l’unità.
L’appuntamento è per le 19,00 in punto.
Gli organizzatori hanno richiesto ai partecipanti di aderire, con il cappotto poggiato sulle spalle, per poi cantare quello che è divenuto l’inno dei briganti, per l’appunto: ‘Brigante se more’.
In riferimento ai fatti crudeli e truci che segnarono indelebilmente una vasta area del basso centro Italia (dal Frosinate alla Campania, dal Molise alla Lucania e Calabria), ricordiamo in proposito il bellissimo libro scritto da Bruno Giordano Guerri, ‘Il sangue del Sud. Antistoria del Risorgimento e del brigantaggio’.
Come ben spiega la presentazione all’opera:
“In questo libro, ricco di un’avvincente documentazione, Giordano Bruno Guerri rilegge la vicenda del Risorgimento e del brigantaggio come una ‘antistoria d’Italia’: per liberare i fatti dai troppi luoghi comuni della storiografia postrisorgimentale (come la pretesa arretratezza e miseria del Regno delle Due Sicilie al momento della caduta), e per evidenziare invece le conseguenze, purtroppo ancora attualissime, della scelta di affrontare la ‘questione meridionale’ quasi esclusivamente in termini di annessione, tassazione, leva obbligatoria e repressione militare. Il Sud è stato trattato come una colonia da educare e sfruttare, senza mai cercare davvero di capire chi fosse l’altro’ italiano e senza dargli ciò che gli occorreva: lavoro, terre, infrastrutture, una borghesia imprenditoriale, un’economia moderna. Così, le incomprensioni fra le due Italie si sono perpetuate fino ai nostri giorni. Alcuni briganti spiccano per doti – umane e di comando – non comuni, come Carmine Crocco, che per tre anni tenne in scacco l’esercito italiano; e così le brigantesse, donne disposte a tutto per amore e ribellione; altri rientrano più facilmente nel cliché del bandito o dell’avventuriero, ma tutti contribuiscono a dare volti e nomi a una triste e sanguinaria pagina della nostra storia, che si voleva cancellare. “Non si tratta di denigrare il Risorgimento, bensì di metterlo in una luce obiettiva, per recuperarlo – vero e intero – nella coscienza degli italiani di oggi e di domani“.
Il canto: ‘Brigante se more’
Max