Sono in piena fase di svolgimento le attività per la redazione della Carta del Potenziale Archeologico di Monza e Brianza. Lo strumento, voluto da BrianzAcque e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese è finalizzato alla valutazione delle probabilità di individuare la presenza di depositi di interesse archeologico, così da conciliare la tutela di questi preziosi beni con le esigenze pianificatorie e operative dell’utility brianzola, impegnata in modo continuo a realizzare infrastrutture pubbliche nel sottosuolo.
Nonostante le limitazioni imposte dall’emergenza Covid, che hanno reso difficoltoso l’accesso a biblioteche e ad archivi storici, il documento è in pieno corso di elaborazione. Il progetto vede impegnato un team multidisciplinare costituito da archeologici, geologi, geoarcheologi, architetti ed esperti in sistemi informativi territoriali che, nel settembre del 2020, sotto forma di raggruppamento di imprese, si è aggiudicato l’appalto di BrianzAcque per un valore pari a circa 100 mila euro.
A livello nazionale, si tratta del primo strumento di questo genere mai realizzato in un lotto unico su un’area vasta e altamente urbanizzata come quella dell’intero territorio di Monza e Brianza con i suoi 405,4 kmq di superficie, suddiviso in 55 comuni.
Sottolinea Enrico Boerci, Presidente e Ad BrianzAque: ”Siamo orgogliosi di questa partnership con una realtà prestigiosa quale la Soprintendenza. La carta rappresenta un’iniziativa strategica, in grado di semplificare e di accelerare i processi progettuali salvaguardando il patrimonio storico culturale della Brianza. Ci consentirà una riduzione dei costi di intervento, oltre a rappresentare un documento di conoscenza previsionale in grado di portare valore condiviso. La carta sarà infatti consultabile con riserva anche da altri enti territoriali e società pubbliche/e private impegnate a eseguire opere di scavo secondo le modalità che Soprintendenza riterrà opportune”.
Giuseppe Solfi, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese afferma: “La Carta del Potenziale archeologico è un importante strumento per consentire una migliore tutela del patrimonio culturale coniugandola con le complesse esigenze infrastrutturali che un territorio ad alta densità abitativa come quello della Provincia di Monza e della Brianza necessita. Una progettazione consapevole del potenziale archeologico del territorio consentirà scelte di ubicazione delle opere e di programmazione dei lavori meglio ponderate evitando imprevisti e rallentamenti”.
In base alla convenzione, la Carta del Potenziale Archeologico, oltre a recepire la cartografia archeologica elaborata dalla Soprintendenza tra il 2010 e il 2014 e consultabile attraverso il WebGIS Raptor, comprenderà vari livelli di indagine del territorio per l’identificazione di aree potenzialmente caratterizzate dalla conservazione di depositi archeologici, ovvero delle tracce stratificate del passato. L’analisi prenderà in considerazione i perimetri dei nuclei di antica formazione, la presenza di edifici storici, le informazioni derivanti dalle cartografie e dalle fonti storiche, dalle fotointerpretazioni e dall’esame della toponomastica. E ancora: i risultati di analisi geologiche e geomorfologiche nonché quanto ricavabile dai surveys. I dati raccolti saranno incrociati per valutare il grado di potenziale archeologico delle diverse aree del territorio provinciale. Non mancheranno i rilievi aerei con drone, tecnologia ormai consolidata nella prassi gestionale della local utility del servizio idrico integrato.
Il territorio della Provincia di Monza e della Brianza ha restituito tracce di frequentazione umana a partire dal neolitico e ha offerto importanti informazioni sull’insediamento romano e medievale. La carta del potenziale archeologico rappresenta quindi uno strumento di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale brianzolo.