Theresa May, fresca del voto di fiducia del suo governo, ha parlato di fronte ai 27 leader europei per quasi unora , in cui ha detto che per far passare laccordo sulla Brexit al Parlamento britannico bisognava rivedere il backstop. Alla fine, la premier ha puntato tutto sulla supplica: ha rinunciato alla richiesta di una deadline per il backstop, ma in cambio ha voluto una data di inizio delle future interrelazioni tra Uk e Ue, soprattutto commerciali, per calmare lira dei favorevoli alla Brexit. Ma lEuropa, che sul backstop è rimasta rigida, non ha accennato a tendere la mano su questo tema delicato della Brexit. Almeno May potrà tornare a casa e dichiarare: “Ho fatto il possibile”. Ma anche ciò, sicuramente non servirà per accontentare il partito euroscettici.Sostanzialmente, anche lEuropa ne è consapevole e quindi già si sta lavorando (lo ha fatto capire il cancelliere austriaco Kurz) a un ulteriore incontro straordinario a gennaio per concedere qualche altro spiraglio. Sempre a gennaio, il governo britannico deciderà sul piano Brexit (leggermente) revisionato in Parlamento, per arrivare allultimo momento e prendere una scelta definitiva: o il mio piano o il No Deal, via oramai sempre più scontata (il 19 dicembre la Commissione Ue pubblicherà una lista di istruzioni). Ieri il ministero dellAmbiente britannico ha reso pubblico un concorso per 90 posti di lavoro: i nuovi impiegati occuperebbero una sezione di emergenza del dicastero, operativi per tutta la giornata almeno fino al giugno 2019. È solo una leggera conseguenza di quello che potrebbe succedere con il No Deal. Intanto, nella serata di ieri, la Commissione Ue ha stabilito anche alcune disposizioni per quanto concerne i visti turistici dei residenti britannici in visita in Europa per quando il Regno Unito sarà ufficialmente un Paese fuori dallUnione (dal 29 marzo 2019 se non ci raggiungerà alcuna intesa, da fine 2020 se il piano May dovesse per miracolo essere approvato, innescando un periodo di transizione).