(Adnkronos) – ”L’Exploit nasce dalla capacità di reazione degli italiani, ma anche per il fatto che domande d brevetto italiane vengono trasferite a Epo dove diamo una prima valutazione sull’attività inventiva”. Così Domenico Golzio, Director di European Patent Office commenta all’Adnkronos il risultato sulle domande di brevetto provenienti dall’Italia e dirette all’ European Patent Office nel 2021 cresciute del 6,5% anno su anno. Nonostante la pandemia, il tasso di crescita è di nuovo quasi raddoppiato (era già +3,4% nel 2020) confermandosi ben al di sopra della crescita media del 2,7% registrata dai 27 Paesi UE. Nel complesso 2021 aziende e inventori italiani hanno depositato presso Epo un totale di 4919 domande di brevetto, il numero più alto mai registrato fino ad oggi.
”c’è ormai una diffusione capillare dell’importanza della proprietà intellettuale -spiega- e quindi di avere brevetti. Questi numeri non sono un caso, ma derivano da una strategia del passato, tracciano un trend positivo e sono sicuramente migliorabili”. Ed è proprio sui trend più gettonati che io nostro paese si ritaglia un ruolo di rilievo: ”sulle green technology l’Italia è già ben posizionata, è il quarto più grande contributore di brevetti nel settore dell’energia pulita in Europa e il nono a livello globale e già adesso circa l’8% di tutti i brevetti italiani rguarda le green technology”. E volendo diminuire la dipendenza da fonti energetiche straniere sicuramente questo ”porterà a un ulteriore incremento nel numero di brevetti in questo settore. Credo che il trend sarà positivo, anche in altri settori.
Quanto a Fameccanica, l’azienda che con 85 richieste di brevetti si è rivelata un rullo compressore classificandosi prima azienda italiana per numero di domande all’ufficio europeo Epo, Golzio spiega che l’azienda abruzzese ”non ha solo brevetti europei ma anche negli Usa, in Cina, Giappone Brasile, Canada. E’ un’ azienda che utilizza moltissimo e crede nella proprietà intellettuale, ha un portafoglio brevetti incredibile, ma non è la sola, ce ne sono altre”.