In realtà erano 5mila ma, considerando che stavolta la platea interessata dalla mobilitazione (numericamente parlando) era comunque ‘contenuta’, può sicuramente dichiararsi un successo la mobilitazione che ha avito luogo stamane, davanti all’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino. Ed infatti le sigle sindacali interessate dalla manifestazione (Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti), hanno commentato la presenza dei loro ‘affiliati’ affermando che ”Com’era prevedibile, è stata molto alta, con punte dell’100% in alcuni aeroporti l’adesione allo sciopero di oggi di tutto il trasporto aereo, eccetto Enav“. Quindi, a fine protesta – almeno così sembrava – i sindacalisti hanno annunciato che la mobilitazione sarebbe comunque continuata ad oltranza, per lo meno fino a quando, hanno avvertito, “non riceveremo risposte adeguate”.
Insomma, al di là della partecipata e ‘rumorosa’ protesta, sembrava il tutto essersi placato. Ma non è stato così. Poco dopo infatti, circa 2mila dei lavoratori di Alitalia già protagonisti della manifestazione, seguendo quella che rischia di diventare una loro consuetudine, hanno deciso di bloccare la Roma-Fiumicino.
Solo che, stavolta, fiutata l’antifona, hanno trovato uno sbarramento di agenti in tenuta antisommossa, a presidiare l’affollata arteria che collega lo scalo alla capitale.
Inutilmente i manifestanti hanno tentato di forzare il blocco: i ripetuti tentativi di guadagnarsi lo spazio, quando hanno preso una piega violenta, hanno innescato la reazione degli agenti, Ne è seguito un acceso parapiglia in seguito al quale, dipanato il fumo dei lacrimogeni, quattro agenti ne sono usciti sono feriti.
Quanto allo sciopero del trasporto aereo, i sindacati hanno rimarcato “il vergognoso piano industriale Ita, supportato da un governo capace di mettere la mordacchia al Parlamento”. Come ha spiegato l’Usb, ”I lavoratori Alitalia sono determinati a portare avanti la lotta fino a che Altavilla e il governo non ritireranno e ridiscuteranno lo scandaloso piano industriale presentato in ossequio ai voleri di Bruxelles e alla dottrina ultraliberista di Draghi, non a caso omaggiato con una standing ovation dall’assemblea di Confindustria. Usb non lascerà mai soli i lavoratori Alitalia, chiede con fermezza la tutela dei contratti e dei diritti, a partire dal pagamento integrale degli stipendi, dice no ad Altavilla e al suo piano che altro non è se non un esperimento sociale fatto da un’azienda interamente pubblica per smantellare le residue tutele del lavoro”.
Ed ancora, ”Da mesi – proseguono – chiediamo l’intervento del Governo per garantire la tenuta industriale del settore. Siccome per noi non ci sono figli e figliastri, ricordiamo tutti i temi per noi indifferibili e che non ci stanchiamo di portare all’attenzione dei quattro Ministeri: il blocco dei licenziamenti sino ad avvenuta ripresa del comparto; la rivisitazione del piano nazionale degli aeroporti; la vertenza Alitalia/Ita, che coinvolge circa 10.500 lavoratori, per i quali chiediamo un programma di ammortizzatori sociali che duri per tutta la durata del piano industriale della nuova compagnia di bandiera, al fine di tutelare tutti i lavoratori”.
Nonostante ciò, prosegue l’Usb, ”registriamo la grande assenza del Governo dalla trattativa mentre per noi è imprescindibile il mantenimento dei livelli occupazionali. Inoltre: la vertenza Air Italy con 1.322 lavoratori per cui è stata avviata la procedura di licenziamento; la crisi delle compagnie aeree Norwegian, Ernest e Blue Panorama e delle compagnie aeree straniere basate in Italia tutte sotto regime di ammortizzatori sociali e le vertenze verso quelle società che rifiutano il confronto con il sindacato. Serve il rifinanziamento del Fondo di solidarietà del trasporto aereo (Fsta) e l’avvio di un confronto immediato affinché vengano emessi una serie di provvedimenti integrativi e correttivi della attuale normativa riguardo il complesso degli ammortizzatori sociali del settore”.
Dunque, conclude la nota, ”Chiediamo l’applicazione puntuale dell’articolo 203 del decreto Rilancio sul contratto collettivo nazionale di settore per combattere il dumping sociale e salariale attuato da quelle imprese che applicano regolamenti unilaterali o contratti aziendali con salari inferiori al ccnl. Per tutti questi motivi la mobilitazione continua ad oltranza fino a quando non riceveremo risposte adeguate“.
Segnaliamo infine che, alla protesta, hanno preso parte anche le delegazioni di altre vertenze in atto, come quelle di Gkn, dell’ex Ilva, dell’Atitech, ed i portuali di Genova e Livorno.
Max