Non smettono di cadere in picchiata le conseguenze dell’allarme e della emergenza coronavirus nelle Borse mondiali. Dopo i cali dei giorni scorsi, le indecisioni degli investitori ed un mercato globale generalmente sempre più agitato e preoccupato dalla costante propagazione dei contagi del virus in tutto il mondo, anche oggi le aperture delle Borse non sembrano aver dato segnali di ritorno all’ottimismo.
Nonostante un piccolo segno positivo a Shanghai, per esempio, la risposta di Tokio è tutt’altro che incoraggiante.
L’apertura della Borsa a Shanghai si assesta al +0,66%. Pare evidente come i mercati stiano attendendo risposte e reazioni circa le nuove misure della Banca centrale cinese. E le Borse cinesi in questo senso sembrano dare una parziale apertura alla fiducia, con appunto la speranza che gli interventi della Banca centrale cinese possano rappresentare una svolta.
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Tuttavia l’incertezza e la preoccupazione sul coronavirus a livello mondiale si fanno sentire, incidendo, con numeri negativi, anche nel merito del Pmi manifatturiero di febbraio calato ai minimi record di 35,7 e del Pmi non manifatturiero precipitato ai lvelli più bassi di sempre di 29,6.
A oggi, comunque, l’indice Composite di Shanghai sale dello 0,66%, a 2.899,31 punti, mentre quello di Shenzhen guadagna lo l’1,12%, a quota 1.821,94.
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Quanto alla Borsa di Tokyo, apertura in netto calo e forte preoccupazione direttamente connessa non solo, come detto, al tema del coronavirus, ma anche al crollo della attività manifatturiera in Cina.
In particolare, la Borsa di Tokyo ha una apertura nella prima seduta della settimana in evidente ribasso: mettendosi in coda alla riduzione dell’attività manifatturiera in Cina a febbraio e ai dilaganti timori tra gli investitori di una diffusione planetaria del coronavirus, il mercato nipponico non sembra dare molta fiducia alla stretta attualità globale.
Il Nikkei infatti in apertura ha ceduto l’1,36% a quota 20.856,39, con una riduzione di 286 punti. Sul mercato dei cambi lo yen continua però ad essere preferito al dollaro a 107,80 e sull’euro poco sopra 119.
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