Non sono bastate le parole di Renzi sulla solidità del comparto bancario a restituire fiducia agli investitori, ed anche oggi, a nemmeno due ore dallavvio, Piazza Affari ha ripreso la rapida discesa agli inferi. L’indice Ftse Mib ha ceduto il 5,19% a 15.805 punti, mentre l’All Share il 4,68% a 17.362 punti. Ubi banca in particolare, guida suo malgrado il crollo del comparto, segnando in negativo il 14,47%; allunisono Intesa Sanpaolo (-6,43%) e Unicredit (-8,06%), seguite da Mps (-7,93%), con le popolari (Banco Popolare -7,44%, Bper -8,38%) completamente a secco. In asta di volatilità sono rimaste congelate Anima holding (-1,29%) e Mediobanca (-1,23%) mentre, nell’industria giù Finmeccanica (-5,98%), Fca (-4,61%) e soprattutto Ferrari (-6,6%). Telecom segna -6,78%. Eni a -3,7% ed Enel a -3,18% guidano il negativo del comparto energetico; male le maison del lusso (Luxottica -3%, Feragamo -3,4%). Da segnalare, non accadeva dal 2013, il calo dell’indice Ftse Mib sotto la soglia dei 16 mila punti. Quello del ribasso dei titoli bancari è un fenomeno che investe anche le borse europee. I titoli in profondo rosso investono i Dax di Francoforte che perde il 2,95%, e con Deutsche Bank a -6,17%, seguite da Commerzbank a -5,72%. Con Parigi che scende del 3% e Madrid del 3,89%., sul fronte britannico Londra cede il 2,74%,: Royal Bank of Scotland a -3,78%, Hsbc a -3,3% e Lloyds a -3,3%; inoltre, Rio Tinto, dopo la presentazione dei risultati, cede l’8%.
M.