(Adnkronos) – “Quest’anno è cambiata l’offerta dei vaccini anti Herpes Zoster. Oggi abbiamo un vaccino ricombinante adiuvato che può essere impiegato anche in pazienti immunocompromessi. In 3 mesi e mezzo abbiamo superato le 10mila somministrazioni in Rsa, con già anche la seconda dose. La copertura degli ospiti nelle Rsa in Lombardia è del 12%, ma è una copertura in progress: l’anti-Zoster non è una campagna ma è nel calendario vaccinale dell’anziano”. Così Catia Borriello, malattie infettive, Vaccinazioni e performance di prevenzione, Unità organizzativa prevenzione, Regione Lombardia intervenendo questa mattina all’evento in presenza e digital ‘Strategie e strumenti per aumentare la prevenzione vaccinale contro l’Herpes Zoster. Stato dell’arte in Lombardia e buone pratiche regionali’.
Il convegno di Italia Longeva, patrocinato da Regione Lombardia, dalla Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) Lombardia, dalla Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg) e dalla Società italiana di igiene (Siti) e realizzato con il contributo non condizionante di Gsk, ha riunito istituzioni, esperti e attori della sanità per confrontarsi sulle strategie più efficaci per innalzare le coperture vaccinali e condividere le esperienze virtuose implementate sul territorio. Durante l’evento è stato presentato lo spot della campagna sociale di Italia Longeva #MiVaccinoNonMiAccendo, patrocinata da Pubblicità Progresso, finalizzata ad aumentare la consapevolezza dell’herpes Zoster e dell’importanza della vaccinazione.
“L’Herpes zoster è un nemico subdolo e intenso da cui proteggersi perché causa una pessima qualità della vita – dichiara Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva -. Tuttavia, c’è una bassa percezione del rischio di contrarre l’infezione e della potenziale gravità della malattia, che si somma a una diffusa disinformazione circa l’esistenza di vaccini efficaci e gratuiti per i sessantacinquenni. L’attenzione a vaccinare la popolazione più fragile, quella delle Rsa – continua – così come l’opportunità di sfruttare la somministrazione del vaccino antinfluenzale per promuovere l’adesione alle altre vaccinazioni raccomandate degli anziani, possono rappresentare delle valide strategie per innalzare le coperture dello zoster e proteggere chi è più vulnerabile. E’ questo lo spirito del progetto di Italia Longeva: promuovere la condivisione delle esperienze virtuose adottate a livello territoriale, ma anche informare e scuotere l’opinione pubblica facendo leva sulla buona comunicazione”.
Si calcola – scrive in una nota Italia Longeva – che circa 1 adulto su 3 sia a rischio di sviluppare il Fuoco di Sant’Antonio, causato dalla riattivazione del virus della varicella Herpes Zoster avuta da bambini – rimasto latente nell’organismo, a livello del sistema nervoso – che provoca manifestazioni cutanee e neurologiche che possono essere anche molto dolorose, limitando la qualità di vita del paziente. In Italia oltre 150mila persone l’anno manifestano i sintomi dell’Herpes Zoster, la cui severità aumenta con l’età a causa di difese immunitarie più deboli e della presenza di malattie croniche. Tra le conseguenze c’è la nevralgia post-erpetica, che si manifesta all’incirca nel 25% dei pazienti con un dolore debilitante e che può durare anni. Il vaccino resta l’unica arma di prevenzione per contrastare l’insorgenza della malattia e delle sue complicanze.
“La vaccinazione anti-Zoster – spiega Borriello – è stata introdotta nel 2017 per la coorte dei nati nel 1952 con obiettivi di copertura molto sfidanti – il 20% nel 2017, 35% nel 2018 e il 50% nel 2019 – che non abbiamo raggiunto noi e nemmeno le altre regioni. Nel 2017 era destinata a chi aveva il diabete, broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) o era candidato a terapia immunodepressiva perché”, essendo a base di virus attenuti, il vaccino “non poteva essere somministrato a immunocompromessi. Oggi abbiamo un vaccino ricombinante adiuvato che può essere impiegato anche in questi pazienti”.
Il numero di vaccinazioni anti-Zoster è in crescita. “Nel 2022 ha superato le 22mila dosi- continua l’esperta – ma con il ricombinante, che è arrivato a febbraio-marzo di quest’anno, abbiamo già superato le 28mila dosi. Da settembre, in Lombardia, siamo alla copertura del 3% nei 65enni e dell’1% per età più avanzata”.
Dal punto di vista dell’organizzazione, il ricombinante è stato “distribuito subito nei reparti dei trapiantati, ai pazienti con Hiv – ricorda Borriello – si è ampliata l’offerta attiva alle Residenze per anziani (Rsa) con una consegna del vaccino proprio ai medici delle Rsa che, già vaccinatori per l’anti influenzale e anti-pneumococco, lo sono diventati anche per l’anti-Herpes Zoster”.
L’approccio nei confronti del target deve però cambiare ed “essere attivo. La campagna di comunicazione – dice l’esperta – è importante. Gli anziani usano i cellulari come i ragazzi, o hanno i nipoti. Non possiamo aspettare che l’anziano ci chieda la vaccinazione, dobbiamo essere in grado di portarla a chi ne ha bisogno, di leggere i contesti e di fare più squadra. Con il Covid siamo stati costretti a fare squadra con farmacie, cooperative di medici, centri commerciali, sulle strade e abbiamo imparato che non si parla più di centri vaccinali, ma di luoghi con l’offerta vaccinale, essere vicini, empatici e avere la professionalità della conoscenza e della comunicazione, non scontate, e flessibili nell’orario. Il lavoratore vuole essere vaccinato la sera o il sabato. L’anziano anche il mattino”.
A proposito dell’antinfluenzale, l’esperta di Regione Lombardia informa che “abbiamo superato 1,7 milioni di somministrazioni e il 70% è stato fatto dal medici di medicina generale, 10% da farmacie – novità assoluta – che ne hanno fatte anche a parecchie in co-somministrazione. Siamo a 7mila somministrazioni nelle Rsa, una media di oltre 2mila a settimana”.