Mamma mia dammi cento lire che in America voglio andar, cento lire io te le do ma in America no, no, no , lincipit di una ballata sul tema dellemigrazione della seconda metà dellOttocento. Nonostante sia unepoca ormai lontana, il concetto di emigrazione è del tutto attuale. Sono infatti 82mila gli emigranti italiani, il numero più alto degli ultimi dieci anni registrati dallIstat, nonché il 20,7% in più rispetto lo scorso anno.
“Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente”, è questo il nome del report effettuato dallIstituto Nazionale di Statistica che ha riportato le mete più interessate dal flusso migratorio. Emersi dallo studio gli Stati più interessati dal fenomeno, nonché il Regno Unito con la percentuale più alta, infatti ospita il 13% degli emigranti italiani e particolarmente apprezzata dai giovani laureati ed a seguire la Germania con l11% e la Svizzera con il 10 %. A lasciare lItalia sono soprattutto persone tra i 20 e i 45 anni. Il 30% di loro è in possesso di una laurea, dei quali 3.300 sono solo i diretti in Gran Bretagna. Purtroppo lIstat riporta cifre poco rassicuranti, infatti i connazionali che decidono di rimpatriare risultano essere in numero molto inferiore a quello di chi lascia il Belpaese.
Ma se i cittadini italiani abbandonano il proprio Paese, bisogna fare i conti con il numero dimmigrati che si dirigono in Italia, che risulta essere il Paese-meta di consistenti flussi migratori dall’estero. Nonostante ciò, anche le percentuali dimmigrazione regolare sono in calo, infatti nel 2013 gli arrivi dall’estero sono stati solo 307 mila, 43 mila in meno rispetto all’anno precedente, quindi in calo del 12,3%. Lacomunità straniera più rappresentata tra gli immigrati è quella rumena, che conta 58 mila iscrizioni. Seguono le comunità del Marocco con 20 mila persone, della Cina con 17 mila e dell’Ucraina con 13 mila.
Le conclusioni finali sono scoraggianti, riportando il raddoppio delle emigrazioni complessive, tra il 2007 e il 2013, che passano da 51mila a 126mila.