Tra i tanti meandri che si stanno aprendo intorno a questa complessa ma decisiva fase2 da coronavirus, uno in particolare sta attirando parecchia attenzione: quello del cosiddetto bonus sanificazione e mascherine: ma che cos’è, a chi è rivolto e a chi spetta, e come funziona il credito d’imposta che se ne deriva?
Andiamo a vedere meglio tutti i dettagli, in particolar modo in riferimento a requisiti, alle modalità e tempistiche e a quella che è la cifra massima riscontrabile.
Stiamo parlando di un bonus che fa riferimento alle agevolazioni sull’adeguamento degli ambienti di lavoro alle regole anti–coronavirus. Il bonus sanificazione e mascherine prevede dunque un credito imposta. Vediamoci chiaro.
Il decreto rilancio ha confermato il bonus sanificazione, con un credito di imposta più alto per i lavori di adeguamento degli ambienti di lavoro, per la pulizia approfondita anti–coronavirus e nello stesso tempo anche per l’acquisto di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale (i cosiddetti “dpi”) come guanti e camici.
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Ma in questo senso sono cambiate le regole: non serve più un decreto attuativo del Mef e del Mise, ma spetta all’Agenzia delle Entrate adottare un provvedimento per indicare i criteri di applicazione del bonus sanificazione.
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Stando al dl rilancio, le imprese, i lavoratori autonomi, gli enti non commerciali (come il terzo settore) e gli enti religiosi riconosciuti civilmente possono usufruire di un credito di imposta del 60% per le spese sostenute durante il 2020 per adeguare gli ambienti di lavoro alle misure di contenimento del virus Covid-19, fino a un massimo di 60 mila euro per ciascun beneficiario.
In tutto il governo ha stanziato a copertura di questa misura 200 milioni di euro.
Il credito di imposta del bonus sanificazione può essere ottenuto in dichiarazione dei redditi oppure ceduto, anche in modo parziale, ad altri soggetti: se non si riuscirà a scaricare appieno il tax credit quest’anno, potrà essere sfruttato negli anni successivi, ma ad ogni modo non potrà essere chiesto il rimborso.
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Ecco nel merito le spese, legate all’emergenza coronavirus, per cui può essere chiesto il credito d’imposta del bonus sanificazione:
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