Proseguire sulla scia della vittoria contro il Torino e alimentare l’ambizione di restare attaccati all’Atalanta e dunque alla corsa al quarto posto è il vero e unico target che la Roma di José Mourinho insegue in questo turno infrasettimanale di campionato.
Non sarà certo facile, perchè di fronte, al Dall’Ara c’è il Bologna.
Di cosa dovrà tener conto lo Special One al riguardo dell’avversario della quindicesima giornata di Serie A? Prima ancora di pensare al big-match di sabato contro l’Inter, Mourinho sa alla perfezione quanto sia complicato riuscire a trovare il bandolo della matassa di questa sfida. Perché contro il suo amico Sinisa, non è mai facile giocare.
In primis va detto che, relativamente a questa stagione, i rossoblu stanno facendo un ottimo cammino: noni in classifica e zero ansia da prestazione. Questo, per una squadra che non ha timori reverenziali di per sé, può davvero essere il primo vero trappolone da schivare per i capitolini.
Bologna-Roma: schieramento e filosofia tattica felsinea
Ma come si schiera Mihajlovic e il suo Bologna? Non dovrebbero esserci cambiamenti sostanziali rispetto all’ultima vittoria contro lo Spezia. La certezza dovrebbe essere la linea difensiva a tre con Soumaoro, Medel e Theate davanti a Skorupski, uno che dalle parti di Trigoria conoscono molto bene.
Naturalmente saranno Orsolini e Hickey gli esterni a centrocampo o i quinti, a seconda delle interpretazioni. In mediana, si presuppone il tandem Dominguez e Svanberg, con Barrow e Soriano ad appoggiare l’uomo considerato architrave del progetto offensivo felsineo, ovvero Arnautovic.
Mourinho d’altro canto dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) confermare il 3-5-2 recuperando Veretout dopo il turno di squalifica. Nelle ipotesi Diawara al suo fianco potrebbe anche cedere il posto a Cristante, recuperato dopo esser risultato negativo all’ultimo tampone Covid.
In tal senso, un dubbio di partenza potrebbe essere quello del quinto a sinistra: Vina o El Shaarawy? Zero dubbi a destra con Karsdorp. Quando alla difesa a tre Ibanez, Mancini e Smalling davanti a Rui Patricio sono i candidati ideali, salvo rinuncia dell’inglese. A quel punto, doppia strategia: Kumbulla o anche Cristante.
Ovviamente certezze sul tandem Abraham–Zaniolo con Mkhitaryan trequartista a sostituire Pellegrini.
Il Bologna di Mihajlovic è quest’anno più che mai una squadra di vocazione propositiva: pressing alto quando può, e comunque non appena perde la palla e ricerca delle combinazioni palla a terra. Come dicono molti numeri statistici stagionali, tuttavia, questa tendenza ha già portato i felsinei a perdere di tanto in tanto non già necessariamente equilibrio tra i reparti, ma quell’intensità nel recupero delle posizioni difensive o del ripiegamento quando attaccato. O, ancora, a patire il pressing elettrico.
Il fatto di ‘giocare’ molto, ha portato il Bologna a subìre più occasioni di quanto si possa immaginare nel momento in cui è saltata la prima linea di pressing. Al contrario, ad esempio, del Torino che non fa del gioco ma proprio del recupero palla e della ripartenza la propria arma, Sinisa vuole che i suoi giochino, e Mourinho dunque sa che questo può essere un neo su cui puntare.
Ecco perché potremmo vedere una Roma che giocherà molto di più col pallone e col fraseggio, questa sera, rispetto alla Roma corta e in ripartenza vista col Torino.
Nelle ipotesi, potremmo vedere una Roma con molti più uomini in pressing nella metà campo avversaria, al fine di recuperare palla alla svelta e, con qualità, in zona di riconquista nell’ultimo quarto o in uscita dalle retrovie a palla bassa, per sorprendere il Bologna.