Una questione ‘seria’ quelle delle utenze domestiche nei tempi del lockdown, se infatti da un lato è vero che in termini di ‘consumi’, senza considerare le spese in più (carburanti, mezzi pubblici, bar, cene, pizze, cinema, ecc-) magari non per tutti, forse abbiamo anche risparmiato, dall’atro c’è invece da dire che nel corso della quarantena gli italiani hanno ‘mangiato’ molto di più spendendo forse oltre l’usuale. Ma, soprattutto, nel corso di queste lunghissime settimane abbiamo sprecato tanta energia elettrica, acqua e gas. Tanto è che, guarda caso, è proprio sulle bollette che il governo di è ben guardato dall’intervenire.
Ma quanto ci è costato il lockdown in termini di utenze? A calcolarlo ci ha pensato l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che ha condotto uno studio in esclusiva per l’agenzia di stampa AdnKronos.
Ebbene, i circa tre mesi di lockdown – su base annua – costeranno qualcosa come oltre 536 euro a nucleo familiare. Ma vediamo ciascuna delle voci che hanno contribuito a questo pesante ed accidentale aggravio di spesa sul di per se già esiguo budget familiare.
Lo smart working – La possibilità di poter lavorare da casa – per chi ne avuto le possibilità – e la ‘scuola online’, insieme quindi ad una maggiore esigenza di luce negli orari serali, sono attività che hanno concorso quindi ad un surplus di consumo elettrico.
La spesa alimentare – Inevitabilmente, con l’intero nucleo familiare chiuso dentro casa, si è mangiato di più. Oltretutto, le limitazioni di movimento hanno psicologicamente condizionato gli italiani nel fare la spesa e questo, ‘grazie’ anche a qualche ‘arrotondamento’ applicato da diversi punti di vendita, ha inciso di circa un +9% (quindi circa 500 euro) sulla spesa famigliare, su base annua. Qui urge però ‘conteggiare’ in relazione a nuclei nelle possibilità di poter fronte a tali spese. Purtroppo c’è stato anche chi ha dovuto sfamarsi solo grazie agli aiuti alimentari.
Va da se poi che, avendo più tempo a disposizione – ed anche ‘impauriti’ dai contagi – i singoli componenti dei nuclei famigliari hanno dedicato maggior attenzione alla cura personale, consumando anche più acqua. Senza considerare l’uso ‘alimentare’ (lavare, bollire, ecc..). Calcolando quindi – guarda caso – che le riduzioni delle tariffe sono sopraggiunte l’1 aprile, energia elettrica, acqua e gas hanno inciso di circa 313 euro, sempre su base annua.
Igienizzanti, detersivi ecc. – Considerando poi i costi per le ‘prime’ mascherine, gel per le mani, alcol, guanti in lattice (più o meno 136 euro), gli articoli per la gestione della casa (saponi, detersivi, carta igienica, ecc.), che significano almeno altri 43 e, per l’appunto, i prodotti per la cura delle persona (70 euro), come spiega lo studio condotto da Federconsumatori – su dati Istat e Arera – sottraendo a tutti gli aumenti la cifra di 534 euro risparmiata per trasporti, carburanti e parcheggi tira le somme e stima un aggravio di costi per le famiglie pari a 536,37 euro.
Questo nella media comune, immaginiamo cosa possa aver significato quindi per quei milioni di italiani in grave difficoltà economica…
Max