Da stamane tra conferme e smentite, l’attenzione internazionale è rivolta al blitz aereo che i caccia israeliani – riferiscono i media vicini regime di Bashar al Assad – hanno condotto contro “una base militare che l’Iran sta costruendo in Siria, a sud di Damasco”. Dal canto suo, il quotidiano israeliano ’Haaretz’, ha scritto che i raid sarebbero hanno avuto luogo nello spazio aereo libanese, e che “gli almeno 5” missili sparati dai caccia israeliani avrebbero avuto come bersaglio un’installazione vicina alla città di Al-Kiswa, a circa 13 chilometri dalla capitale siriana. E se la tv di Hezbollah ’al Manar’, ha parlato di “voli israeliani nel sud del Libano”, ’Sky news Arabia’ ha invece riportato che la contraerea di Damasco avrebbe intercettando tre missili israeliani. Tuttavia, la ’Sana’, agenzia di stampa ufficiale siriana, avrebbe confermato l’attacco precisando però che la contraerea avrebbe risposto neitralizzandone almeno due: “il nemico israeliano ha lanciato alle 0.30 ora locale alcuni missili contro uno dei siti militari intorno a Damasco, provocando danni materiali al sito”. Da Tel Aviv non è stato diffuso nessun commento ufficiale, così come da parte del regime siriano. Lo stesso Osservatorio siriano per i diritti umani non ha saputo dare notizie precise in merito, salvo riferire che nell’area a sud di Damasco sono state udite forti esplosioni, e che poco dopo in diverse aree della capitale siriana è saltata l’elettricità. A quanto sembra, alcune immagini satellitari ( risalenti addirittura dallo scorso gennaio), hanno comprovato l’avanzamento dei lavori, spiegando con esattezza che erano state erette nuove strutture, mentre altre sono state ristrutturate. Pubblicamente, che l’Iran stesse costruendo una base militare permanente nei pressi di al-Kiswa (all’interno di un’installazione dell’esercito di Damasco), lo aveva reso noto la ’Bbc’ nelle settimane scorse.
M.