Seppur non ‘equamente’, nella loro comune disgrazia sono spalmati lungo tutta la Penisola: 563mila di loro vivono nel Mezzogiorno, 192mila al Centro, e ben 508mila al Nord. Numeri ‘infamanti’ e seriamente preoccupanti che racchiudono forse una delle vergogne peggiori che un Paese cosiddetto ‘industrializzato’ possa tradire: i bambini poveri. C’è voluto infatti ‘L’Atlante dell’Infanzia a Rischio’, stilato e promosso da Save the Children, nell’ambito del contrasto alla povertà educativa.
Ebbene, in Italia circa un milione e 300mila bambini (1.300.000) vivono in una condizione di povertà assoluta. Ed, attenzione, fa notare l’associazione umanitaria intitolata all’infanzia, la situazione in appena 10 anni è ‘triplicata’. Se infatti nel 2008 tale situazione riguardava il 3,7% delle italiche creature, nel 2018 ne indicava il 12,5%.
Questo perché, è inutile nasconderlo, oltre che a differenziarsi per ubicazione geografica, la povertà è un ‘emergenza sulla quale l’Italia investe poco e niente. Non a caso a distinguere l’evidente diseguaglianza sociale, è la ‘crescente riduzione’ degli investimenti sia nell’infanzia, che nella spesa sociale. Senza considerare poi che, dietro la povertà assoluta sussiste il ‘limbo’ composto da quella relativa, parliamo oggi di 2 milioni e circa 192mila bambini, contro il 1.268.000 registrato dieci anni fa. Una situazione deprimente che, insieme alla grande crisi economica, ha portato l’Italia verso una rapida ‘de-natalizzazione’, a vantaggio dell’aumento invece dei ‘nuovi italiani’, figli di genitori extracomunitari, oggi intono ad 1 milione di unità.
Certo non fa bene al cuore venire a sapere che, soltanto lo scorso anno, la distribuzione dei pacchi alimentari ha interessato 453mila bambini ‘under 15’.
Affrontando poi la situazione nello specifico, Save The Children ha rivelato che mediamente la spesa sociale annua che i comuni stanziano per famiglie ed infanzia è di circa 172 euro pro-capite. In tal senso se la Calabria ‘usufruisce’ di 26 euro, l’Emilia Romagna di 316. A farne le spese è la scuola, puntualmente ‘evasa’, con 1 giovane su 7 che ha definitivamente abbandonato gli studi, un bambino su 5 non può fare sport (nel senso quelli a pagamento), ed è così che in questo caso a guadagnarne è ‘il popolo del web’, spesso uno sterile approdo, che concorre preoccupantemente ad omologare ‘in peggio’ i minori, distanziandoli dalla percezione della realtà.
Max