(Adnkronos) – La pista delle valigie è quasi ufficialmente tramontata.La Procura di Firenze si avvia, infatti, a chiedere l’archiviazione per le posizioni dei tre occupanti dell’ex hotel Astor di via Maragliano che, nel giorno in cui si sono perse le tracce di Kata, la bambina peruviana di 5 anni scomparsa dal 10 giugno scorso, sono stati ripresi dalle telecamere mentre uscivano dall’albergo con trolley o borsoni. Lo scrive oggi ‘La Nazione’.
Gli inquirenti, guidati dai sostituti procuratori Christine Von Borries e Giuseppe Ledda, avevano ipotizzato che in assenza di altre immagini dell’uscita della bimba dall’edificio, potesse essere stata portata fuori proprio con questo stratagemma per eludere le telecamere. Ma gli accertamenti di natura genetica sulle valigie sequestrate ai rispettivi proprietari, hanno dato esito negativo: in quei contenitori non ci sono tracce di Kata, dunque la procura sta per escludere definitivamente dall’indagine le tre persone (due donne peruviane e un rumeno) che avevano ricevuto gli avvisi di garanzia.
Intanto, sembra vicino alla conclusione – ma con un esito diametralmente opposto – il filone sul presunto racket delle stanze culminato nel tentato omicidio di un occupante ecuadoregno a fine maggio. Per il peruviano Abel Argenis Vasquez, zio materno di Kata, e il connazionale Carlos Palomino De La Colina, la procura, a meno di colpi di scena, pare intenzionata a chiedere il processo. Abel e Carlos sono stati poi interrogati a lungo martedì pomeriggio nella caserma dei carabinieri di Borgo Ognissanti, riferisce sempre ‘La Nazione’. A loro, e allo zio paterno Marlon, è stato chiesto di ricostruire nei minimi dettagli la giornata di sabato 10 giugno, quella in cui si perdono le tracce della bambina. Dopo aver perlustrato ogni pista, anche quella che portava in Perù e presupponeva uno scambio di bambina per una storia di droga, gli investigatori sembrano tornare all’Astor, l’albergo in cui covavano rivalità e omertà.