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Bimba di 5 anni lanciata dal terrazzo dal padre che poi si butta: non è in pericolo di vita

Bimba di 5 anni lanciata dal terrazzo al primo piano dal padre che poi si butta. E’ successo ieri sera a Cinto Caomaggiore, in provincia di Venezia. Sul posto sono accorsi i vicini che hanno dato l’allarme e soccorso la piccola che è stata trasportata in ambulanza in ospedale a Treviso dove è ricoverata non in pericolo di vita. Non è stato possibile utilizzare l’elisoccorso per la fitta nebbia.

Bimba di 5 anni lanciata dal terrazzo dal padre che poi si butta: non è in pericolo di vita

In ospedale anche il padre piantonato dai carabinieri che stanno indagando per ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto. Secondo una prima ricostruzione il dramma è avvenuto nella casa dove vive l’uomo: separato dalla moglie, aveva con sé la piccola in questi giorni di festa. Una zona residenziale, con villette circondate da giardini e palazzine.

Il racconto di uno dei vicini intervenuti

A riportare frammenti di quanto accaduto alcuni vicini di casa. Un uomo ha raccontato ai giornalisti di aver sentito rumori già la sera prima e ha chiamato subito i soccorsi quando ieri ha avvertito nuovamente rumori. Il padre secondo la testimonianza, avrebbe chiuso sul terrazzo la piccola. “Poi quando la bambina ha iniziato a battere, dando dei pugni, io sono corso giù in giardino per vedere se potevo fare qualcosa e nel mentre lui è uscito e l’ha lanciata. Poi si è buttato subito lui”. 

“Non ho visto tutta la scena, – ha specificato poi uno dei residenti intervenuti – perché mentre scendevo lui l’ha buttata. Il mio confinante gridava ‘l’ha buttata, l’ha buttata’. A quel punto in qualche modo alcune persone sono riuscite a raggiungere la piccola che piangeva. Era traumatizzata balbettava, poi si è un po’ tranquillizzata e rispondeva alle domande”. Il padre? “Girava a petto nudo e diceva cose sconnesse, frasi senza senso”.

Il sindaco: “Il padre non era un ‘caso sociale'”

In un post su Facebook il sindaco di Cinto Caomaggiore Gianluca Falcomer ha riportato alcune informazioni spiegando che “l’anonimato è prezioso per proteggere le vittime della follia di stanotte quanto condividere le informazioni più utili per serenità di tutti”.
“La bambina – scrive il sindaco – non è pericolo di vita ed è accudita dai sanitari del Ca’ Foncello di Treviso e dalla mamma che ho sentito. Abbiamo condiviso quanto necessario con il Sindaco del Comune limitrofo dove vive la madre, la nostra scuola e le nostre forze dell’ordine”.
“Non serve descrivere quanto possa star male, – prosegue il sindaco – non serve curiosità, serve una volta in più l’empatia e l’aiuto da dedicare alla figlia e alla madre perché possano uscirne bene e al più presto. Servono persone che, nonostante quello che han visto, sono intervenute subito e che scelgono una volta in più il silenzio: non quello dell’indifferenza, ma quello della buona volontà operosa. A queste persone, il grazie della nostra Comunità. Un grazie anche a quelli che si stanno prendendo cura del bulldog. Il padre è in custodia delle forze dell’ordine, non era un ‘caso sociale’ e sono delle nostre zone”.