Regno Unito e Usa verso nuove sanzioni contro la Bielorussia. Il Regno Unito ha annunciato l’imposizione di un nuovo pacchetto di “sanzioni commerciali, finanziarie e sull’aviazione” contro la Bielorussia, “in risposta al continuo indebolimento della democrazia e delle violazioni dei diritti umani da parte del regime di Lukashenko”, è l’annuncio è arrivato ad un anno dall’elezione fraudolenta” del presidente bielorusso, si legge in una nota del governo britannico.
Queste nuove misure seguono quelle decise il 21 giugno scorso, in coordinamento con Stati Uniti, Canada e Unione Europea, contro sette individui ed un’entità del regime per la detenzione del blogger Roman Protasevich e della fidanzata Sofia Sapega, arrestati dopo che il volo a bordo del quale si trovavano e diretto a Vilnius era stato dirottato su Minsk. “Il regime di Lukashenko – ha denunciato il ministro degli Esteri britannico Dominic Raab – continua a reprimere la democrazia ed a violare i diritti umani. Queste sanzioni dimostrano che il Regno Unito non accetterà le azioni di Lukashenko dopo la sua elezione fraudolenta”. Nei giorni scorsi, tra l’altro il regime si è reso responsabile del tentato rimpatrio forzato della velocista Krystsina Tsimanouskaya, mentre era stato trovato impiccato a Kiev un attivista bielorussa Vitaly Shishov, con la polizia ucraina che ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario.
Condannando “le attività illecite ed oppressive emerse dalle elezioni fraudolente del 9 agosto 2020”, Joe Biden ha firmato oggi, ad un anno dalla sesta rielezione di Alexander Lukashenko, un ordine esecutivo con cui si rafforzando le sanzioni contro Minsk. “Le dannose attività del regime bielorusso ed i suoi abusi tesi a sopprimere la democrazia, l’esercizio dei diritti umani e le libertà fondamentali in Bielorussia, costituiscono una straordinaria minaccia alla sicurezza nazionale e politica estera degli Stati Uniti”, si legge nell’ordine esecutivo firmato da Biden in cui si fa riferimento “all’eliminazione dell’opposizione politica e delle organizzazioni della società civile ed i problemi e pericolo posti dal regime al traffico aereo civile internazionale”. Il riferimento è all’aereo fatto deviare a Minsk lo scorso maggio per arrestare un giornalista dissidente.
L’ordine di Biden allarga i criteri con cui vengono individuati gli esponenti del regime bielorusso che sono sottoposti alle sanzioni, coinvolgendo il settore dell’economia ed anche il comitato Nazionale olimpico, hanno spiegato dalla Casa Bianca. La mossa arriva dopo che l’atleta Krystsina Tsimanouskaya si è rifiutata di imbarcarsi su un volo per la Bielorussia a Tokyo dopo che era stata portata all’aeroporto contro la sua volontà. Ora ha ottenuto asilo in Polonia.
“Nel primo anniversario delle elezioni presidenziali fraudolente in Bielorussia, il governo degli Stati Uniti ha intrapreso azioni contro 44 individui ed entità per considerare Alexander Lukashennko e il suo regime responsabili per la continua e violenta repressione”, afferma Anthony Blinken in una dichiarazione dopo l’annuncio della firma di Biden. Il segretario di Stato spiega che la l’ufficio del dipartimento del Tesoro che gestisce la politica delle sanzioni, Ofac, ha preso di mira “entità ed individui, imprese di proprietà statale, funzionari governativi, che sostengono il regime, aiutano la sua violata repressione del popolo bielorusso e violano lo stato di diritto”.
Sottolineando che “le democrazie sono più forti quando sono unite”, Blinken apprezza le azioni annunciate oggi dal Regno Unito e quelle annunciate dall’Ue il 24 giugno. “Ancora una volta – conclude – gli Stati Uniti chiedono alle autorità bielorusse di mettere fine alla repressione di membri della società civile, media, atleti, studenti, avvocati ed altri cittadini, di rilasciare immediatamente tutti i prigionieri politici”. Inoltre si chiede di avviare il dialogo con le opposizioni e “svolgere libere elezioni con osservatori internazionali”.
”Non sono un dittatore”, ha dichiarato Alexander Lukashenko a un anno, ”difficile”, dalla sua rielezione alla presidenza della Bielorussia intervenendo a un comizio. ”La Bielorussia è al centro dell’attenzione internazionale”, ha detto Lukashenko, affermando che prima del voto del 9 agosto del 2020 ”qualcuno stava preparando elezioni eque, altri un colpo di Stato”. Il presidente ha quindi sostenuto che “la democrazia è stata sostituita dalla dittatura digitale” dominata da “bugie” e “false notizie” di cui dice di sentirsi vittima e che sono state “un test per l’unità nazionale” della Bielorussia. “Abbiamo fatto tutto il possibile per superare con dignità questo periodo della nostra storia più recente”, ha aggiunto secondo l’agenzia ufficiale Belta.
La “sicurezza” e la “integrità” della Bielorussia sono quindi le priorità indicate da Lukashenko, che ha invitato i Paesi che intendono imporre sanzioni a “pensarci attentamente” perché ”potrebbero avere l’effetto contrario”. “Non c’è bisogno di tirare a indovinare quando Lukashenko si dimetterà, molto presto”, ha quindi aggiunto.
Secondo Lukashenko “ci sono 15-20 persone che possono crescere per diventare presidente”. “Ci sono persone che non hanno esitato e che non hanno tradito in quei giorni difficili – ha detto, in un riferimento alle proteste dei mesi scorsi contro il regime – Facendo questo, sono diventati parte del nostro Stato”. Lukashenko ha anche fatto un nome, quello di Ivan Kubrakov, l’attuale ministro dell’Interno, che rientra in quelle 15-20 persone, “mi dispiace per l’immodestia, ma ricordano me, forse perché sono cresciute al mio fianco, si sono dedicati al Paese, sono affidabili…la maggioranza dei cittadini li voterà”.